Mentre la rabbia araba esplode si consuma la rottura Ue-Usa

Quattro morti e 780 feriti tra i palestinesi. Netanyahu atteso a Bruxelles lunedì. Anche l’Italia si schiera contro Trump

Lucio Di Marzo - Sab, 09/12/2017 - 12:28 www.ilgiornale.it

È un bilancio i cui numeri si fanno pesanti quello del Venerdì della rabbia in cui i palestinesi e mezzo mondo islamico sono scesi in piazza contro il riconoscimento di Gerusalemme come "capitale eterna di Israele" e in cui si è sancita la spaccatura tra gli Stati Uniti e l'Unione Europea, che a più riprese nei giorni scorsi aveva condannato la presa di posizione di Washington.

Le cancellerie europee - dall'Italia alla Svezia - respingono alle Nazioni Unite l'ipotesi di seguire gli Stati Uniti nello spostamento dell'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, che comunque sembra chiederà almeno un paio d'anni di lavoro, intanto si contano i feriti, già 780, e si parla di quattro vittime negli scontri che si sono accesi tra i manifestanti e l'esercito e come conseguenza degli attacchi lanciati da Israele su obiettivi nella Striscia di Gaza, in risposta ad alcuni razzi partiti dal territorio palestinese.

Tre i razzi lanciati finora, uno dei quali è caduto prima di raggiungere Israele, mentre un secondo è stato intercettato dal sistema anti-missilistico Iron Dome e un terzo è andato schiantarsi vicino alla città di Sderot, danneggiando alcune automobili, ma senza causare danni alla popolazione. Due le vittime nell'attacco scatenato in risposta da Israele.

Invita "alla calma e alla moderazione" Donald Trump, le cui parole sono riportate dal vice-portavoce della Casa Bianca, Raj Shah, sull'Air Force One diretto in Florida.

Alla decisione di Washington sono seguite proteste che non hanno toccato soltanto la Cisgiordania e Gaza, ma si sono estese a Paesi a maggioranza musulmana come Tunisia, Turchia e Giordania, dove la questione palestinese è percepita come un tema centrale e i cui leader si sono espressi chiaramente nei giorni scorsi, sottolineando la loro avversità alla mossa americana. Le proteste che si sono registrate finora sono comunque meno intense di quanto ci si attendesse.

Lunedì il premier israelieano Benjamin Netanyahu sarà a Bruxelles, dove vedrà il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, ma non prima di avere incontrato l'Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini. Che dal canto suo ha già parlato: "L'unica soluzione realistica al conflitto tra Israele e Palestina - ha detto - si basa su due Stati e con Gerusalemme come capitale di entrambi".

Oggi si riunirà intanto la Lega araba, in una riunione d'emergenza dei ministri degli Esteri convocata dai rappresentati palestinesi e della Giordania. Intanto da Ramallah arriva la notizia che il presidente palestinese, Abu Mazen, non riceverà il vicepresidente americano Mike Pence, come già aveva annunciato il leader di Fatah, Jibril Rajoub.

Trump ha "passato una linea rossa che non avrebbe dovuto attraversare", ha commentato per Abu Mazen il consigliere diplomatico presidenziale Majdi Al Khalidi. Il presidente palestinese è ora impegnato in una serie di colloqui con le altre parti palestinesi, per concordare una risposta.

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