Biasimate Obama, e non Erdogan, per l'attacco turco al Rojava

Le forze Ypg (controllate dai terroristi del Pkk) si sono rafforzate per effetto della scellerata politica dell'ex presidente americano. Ankara non poteva far altro che intervenire.

Carlo Pannella, 23.1.208 www.lettera43.it

Barack Obama è il responsabile politico e militare della guerra sanguinosa tra l’esercito turco e le milizie curde dello Ypg-Pkk, appena iniziata e che nei prossimi mesi insanguinerà il nord curdo della Siria. L’operazione “Ramoscello d’olivo”, l’invasione in armi della regione curdo-siriana da parte dell’esercito turco, è infatti obbligata, dovuta, proprio a causa del pasticcio infernale combinato dall’ex presidente americano. Non c’è infatti alcun dubbio che i 30 mila miliziani curdi del Pyd-Ypg siriano sono assolutamente integrati nella catena di comando politico del Pkk curdo-turco, che sia per gli Usa che per l’Europa è una organizzazione terroristica che sviluppa da anni una demenziale guerra terroristica nella Anatolia orientale. Ciò nonostante Obama, ossessionato dalla linea no boots on the ground, decise tre anni fa di usare proprio queste milizie curde, agli ordini di una centrale curdo-turca terroristica, per condurre la battaglia di terra contro l’Isis e conquistare la sua capitale, Raqqa. Una decisione folle, improponibile, che assegnava a un gruppo curdo terrorista il compito di combattere un gruppo arabo terrorista. Summa perfetta della incompetenza dell’amministrazione Obama.

VERSO L'ESCALATION. Recep Tayyip Erdogan - verso il quale va tutta la disistima di chi scrive - non ha scelta: dopo la conquista di Raqqa che Obama (e poi Donald Trump) ha affidato alle milizie dello Ypg (col contributo determinante della aviazione americana), le forze del Pyd-Ypg si sono immensamente rafforzate sul terreno. Di conseguenza il Rojava, la “regione autonoma curda” del Nord della Siria, egemonizzato dal blocco Ypg-Pkk si è enormemente rafforzato. Questa regione – il fatto è determinante - controlla circa 500 chilometri sugli 822 della frontiera turco-siriana. Questo vuol dire che il Rojava curdo-siriano è un formidabile retroterra per le operazioni terroristiche dei commandos del Pkk dentro il territorio della Turchia (migliaia le vittime negli ultimi tre anni). Una realtà intollerabile non solo per Erdogan, ma anche per qualsiasi governo turco. Tanto che la stessa opposizione laica turca appoggia oggi l’invasione del Nord della Siria. La obbligata difesa della Turchia dalle infiltrazioni terroristiche dei curdi partiti dal Rojava impone oggettivamente ad Ankara la impellente necessità di spezzare in due questa frontiera. Da qui l’attacco odierno turco su Afrin, e un domani su Manbiğ, da qui la facile previsione di una escalation dei combattimenti e anche della occupazione permanente di una parte consistente del Nord della Siria da parte dell’esercito di Ankara a seguito di una più che probabile sconfitta dei curdi del Pyg-Ypg.

L'ASSENSO DELLA RUSSIA. Il tutto con l’assenso ad Erdogan da parte della Russia, determinante sullo scacchiere siriano (sempre grazie alle politiche di Obama), per varie ragioni: la forze delle motivazioni turche e anche la concessione da parte di Erdogan del via libera alla costruzione del Turkish stream, che trasporterà il metano russo attraverso il mar Nero verso la Turchia e quindi l’Europa, bypassando l’instabile Ucraina. Trump, che ha ereditato questo e altri disastri, poco può fare per rimediare. Anche perché, va detto, enormi sono le responsabilità – per dire meglio, le irresponsabilità - dei generali del Pentagono nell’avere costruito armato e etero diretto l’armata curda del Pyd-Ypg, facendo finta che la sua direzione non fosse, come è, salda nelle disponibilità del terrorista Pkk turco-curdo. Un capolavoro di follia geopolitica, ennesimo simbolo del declino americano.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata