Pangolino arrosto? Sushi di ratto? Che cosa sono davvero i wet market

Mercati e macelli sono diffusi in tutta l’Asia (e non solo)

di Giulia Pompili 3.3. 2020 ilfoglio.it –lettura 3’

Roma. È colpa del pipistrello. Anzi no, è colpa del pangolino. Ma voi lo avete mai visto un pangolino? Improvvisamente la Cina è tornata un paese con “standard sanitari non compatibili” con il mondo occidentale. È curioso, a cominciare dal fatto che nel 2018 l’Italia ha importato cibi e bevande dalla Cina per 595 milioni di euro. Il problema è che tra “abbraccia un cinese” e “tutti hanno visto i video dei cinesi che mangiano i topi vivi”, nell’ansia spasmodica di trovare un colpevole per l’emergenza-pandemia, si rischia quello che chiameremmo “l’effetto Corea del nord”. Si tratta di un altro virus molto diffuso in Italia, che suscita in commentatori e politici il desiderio di parlare di qualunque cosa spesso a vanvera, per luoghi comuni e pregiudizi. Siccome non è verificabile o immediatamente verificabile – come con le faccende nordcoreane, appunto – “i cinesi mangiano i topi vivi” risulta comunque un’espressione verosimile per la maggioranza degli italiani. Ma non è il rischio razzismo a preoccuparci. Il problema è che rilanciare una evidente fake news per rassicurare il paese reale da una potenziale minaccia (Zaia probabilmente voleva dire: qui non mangiamo i topi vivi, quindi siamo al sicuro) ha lo stesso valore del continuare a piazzare in prima pagina “il virus fatto in laboratorio a Wuhan”, una notizia smentita o comunque non verificabile. Allora bisognerebbe anzitutto spiegare che gli scienziati, per far fronte al diffondersi di un virus di cui conosciamo ancora pochissimo, vanno per tentativi. È una specie di inchiesta investigativa su scala globale: bisogna cercare l’animale che ha originato il virus ma anche “l’ospite”: se infatti il virus non è passato direttamente dal primo animale all’uomo, allora vuol dire che c’è un animale intermedio che ha fatto da “salto” per gli esseri umani. Quando si parla di questo tipo di virus i principali indiziati sono quasi sempre i pipistrelli, che hanno una gran capacità di adattare il proprio sistema immunitario, e sono diffusi ovunque. Per quanto riguarda l’animale “ospite”, all’inizio si era parlato dei serpenti. Poi l’ipotesi è stata accantonata, ed è venuto fuori un altro animale: il pangolino, un mammifero in via d’estinzione, simile al formichiere, le cui squame sono usate dalla medicina tradizionale cinese. Ma il pangolino è anche l’animale più trafficato illegalmente nel mondo. Vuol dire che non viene cacciato solo in Cina, ma anche – soprattutto, dicono alcune ong – in Africa, in America latina, nel sudest asiatico. Il pangolino, insomma, non è l’animale che vi trovate davanti appena mettete piede in un mercato asiatico. Così come non esistono ristoranti improvvisati per strada con pipistrelli bolliti. Il pipistrello in Asia è un animale che porta fortuna, ma avete più possibilità di mangiare i piccioni (i piccioni! I topi volanti!) o le nutrie (le nutrie! I topi nuotanti!) in Italia.

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