Cosa succede ora al partito repubblicano in America

Ci sono due scuole di pensiero. Una dice: "Trump chi?". L'altra dice: "Saranno anni ultra-trumpiani". La seconda ci vede meglio, probabilmente

DANIELE RAINERI 06.11.2020 ilfoglio.it lettura3’

ELEZIONI AMERICANE DONALD TRUMP JOE BIDEN

Ci sono almeno due scuole di pensiero a proposito di quello che succederà adesso al partito repubblicano, che durante il mandato di Donald Trump ha perso la sua identità ed è diventato un contenitore vuoto al servizio del presidente. La prima – qui si fa un riassunto brutale – dice che a partire dal 20 gennaio Trump diventerà un disoccupato con un account Twitter, come dice Gregg Carlstrom dell’Economist. Senza la carica di presidente degli Stati Uniti, senza i fondi del Partito per pagare l’imponente macchina organizzativa dei comizi e con una serie di problemi legali e fiscali da fronteggiare – ci sono inchieste in corso e lui non potrà più opporre privilegi presidenziali – e tenuto sotto osservazione dai social media, che non gli permetteranno più le sparate di un tempo, Trump potrebbe rischiare di perdere visibilità e influenza. Qualcuno si ricorda di Milo Yiannopoulos, voce sulfurea e provocatore celebre della destra alternativa, che però fu buttato fuori dai social media per colpa dei suoi eccessi ed è tornato nell’anonimato? La risposta è quasi nessuno. Quello fu un caso di deplatforming da manuale, quando togli il megafono a qualcuno è possibile che scompaia.

Non che qualcuno si scorderà Trump, ma ecco, forse si va verso un quasi deplatforming e perderà la sua capacità di imporre la sua direzione. Si sa che i politici repubblicani temevano molto di finire dentro uno dei suoi tweet, magari con uno di quei nomignoli che ti rendono un bersaglio e ti restano attaccati per anni. Forse si libererebbero di quel timore.

L’altra scuola di pensiero sostiene la tesi opposta. Trump anche nella sconfitta elettorale ha battuto tutte le previsioni, ha raccolto settanta milioni di elettori americani, ha dato ai repubblicani vittorie sorprendenti alla Camera e al Senato, scrive Jonathan Swan di Axios. Trump “aveva una presa quasi messianica sui repubblicani prima delle elezioni. Adesso sembra di nuovo un profeta, capace di parlare e di smentire le previsioni apocalittiche” che parlavano di un trionfo democratico su tutti i fronti, Senato incluso, scrive in un rapporto del sito Axios che ha per titolo “Trump l’onnipotente”. E’ riuscito a fare meglio di quanto si pensava con le donne bianche e gli afroamericani, due segmenti dell’elettorato che gli stanno contro quasi per definizione. Non è affondato nella ridicolaggine, è ancora competitivo. Per qualche tempo continuerà a condurre una guerriglia legale e mediatica per far invalidare i voti conteggiati dopo il 3 novembre. Poi potrebbe creare un governo ombra che terrà occupati i repubblicani e sarà molto aggressivo con l’Amministrazione Biden e con i media. Potrebbe anche dire che si candiderà nel 2024 e così potrebbe tenere il Partito repubblicano in ostaggio, scrive Swan, perché in pochi avrebbero la forza per sfidarlo (e se poi quello rivince?) e tenere in attesa milioni di fan adoranti.

Tom Nichols, il professore che ha scritto un saggio famoso sulla morte della competenza, ha da poco pubblicato un lungo articolo sull’Atlantic per dire che la miglior cosa che potrebbe succedere al Partito repubblicano alle elezioni sarebbe una sconfitta spaventosa, da tracollo, da cancellazione, in modo da poter ripartire da zero senza trascinarsi dietro per sempre il marchio di partito di Trump. Invece non è successo, il capo del partito al Senato che ha permesso a Trump ogni genere di manovra, Mitch McConnell, è stato rieletto con una percentuale trionfale al suo seggio del Kentucky. La candidata della Georgia, Marjorie Greene, che sostiene il complottismo di QAnon, è stata eletta come previsto al Congresso.

Scrive il rapporto di Axios: “La struttura del partito è debole e Trump è di gran lunga il repubblicano più potente nel paese. I capi pensano che il partito non riuscirà a ripartire da capo fino al 2024”, fino a quando cioè non ci saranno di nuovo le primarie e non ci sarà un nuovo candidato alle elezioni presidenziali, ma con Trump fra i piedi non succederà nemmeno allora. Trump rende questa manovra impossibile. “Quello è il partito di Trump, almeno fino a quando lo deciderà lui”.

Commenti   

#1 walter 2020-11-06 16:57
Annalisa Chirico, cos'è successo con Edward Luttwak: "Se lo fanno Floris o Formigli va bene, giornalismo maschilista" Luttwak ha espresso le sue opinioni, che a volte sono forti e che talvolta condivido. In questo caso ha detto che gli afroamericani della classe media che hanno lavoro, famiglia e vivono nella legalità avrebbero votato per Trump, mentre quelli più criminali per i democratici. Questa è stata la sua analisi - ha sottolineato la Chirico - eppure sui social tanti giornalisti di più o meno vana gloria si permettono di darmi lezioni di giornalismo. Evviva la libertà, la democrazia e il pluralismo delle idee”, ha chiosato la giornalista de Il Foglio.

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