LE GUERRE HANNO SEMPRE RADICI INTERNE –

LE ESERCITAZIONI MILITARI SULLO STRETTO DI TAIWAN SERVONO AL DITTATORE CINESE PER DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DAL MALCONTENTO PUBBLICO NEL SUO PAESE:

5.8.2022 dgospia.com lettura 5’

L’ECONOMIA RALLENTA, LO STATO DI POLIZIA DILAGA E IN AUTUNNO C’È IL CONGRESSO DEL PARTITO. PER QUESTO MOSTRA I MUSCOLI. MA A FURIA DI MINACCIARE, PRIMA O POI DOVRÀ AGIRE PER NON PASSARE DA CACASOTTO – GLI AEREI E LE NAVI DA GUERRA HANNO ATTRAVERSATO LA “LINEA MEDIANA”. SINGAPORE AIRLINES ANNULLA I VOLI DA E PER L’ISOLA - VIDEO

1 - TAIWAN: 'AEREI E NAVI CINESI HANNO SUPERATO LINEA MEDIANA'

Da www.ansa.it

Gli aerei e le navi da guerra cinesi hanno attraversato la 'linea mediana' dello Stretto di Taiwan nel secondo giorno di esercitazioni militari su vasta scala in risposta alla visita a Taipei della presidente della Camera americana Nancy Pelosi: in una nota, il ministero della Difesa dell'isola ha definito le ultime manovre come "altamente provocatorie".

A partire dalle 11 locali (erano 5 in Italia), "più aerei da guerra e navi da guerra cinesi hanno condotto esercitazioni intorno allo Stretto di Taiwan e hanno attraversato la linea mediana dello Stretto", ha affermato il ministero.

Gli Usa "non permetteranno" alla Cina di isolare Taiwan, ha precisato la speaker statunitense, a Tokyo per l'ultima tappa del suo tour in Asia.

"Potrebbero cercare di impedire a Taiwan di visitare o partecipare in altri luoghi, ma l'isoleranno impedendoci di viaggiare lì.

Abbiamo avuto visite di alto livello, senatori in primavera, visite continue e non permetteremo loro di isolare Taiwan", ha aggiunto Pelosi, la cui visita a Taipei ha fatto infuriare Pechino che ha lanciato manovre militari intorno all'isola. Pelosi e il premier Fumio Kishida hanno concordato sull'importanza di pace e stabilità nello Stretto di Taiwan.

Pelosi non ha commentato direttamente le esercitazioni, ma ha ribadito che le sue visite nei Paesi asiatici, tra cui Taiwan, "non riguardavano il cambiamento dello status quo" nella regione.

Pelosi ha parlato dopo aver incontrato Kishida, che ha definito il lancio di missili cinesi un "problema serio che ha un impatto sulla nostra sicurezza nazionale e sulla sicurezza dei nostri cittadini". Tokyo, che ha chiesto la "fine immediata" delle manovre, sostiene che 5 missili sono caduti nella sua zona economica esclusiva.

Da parte sua, la presidente di Taiwan Tsai ha giudicato "irresponsabile" il lancio di missili da parte della Cina vicino alle trafficate rotte internazionali di volo e marittime intorno all'isola, invitando Pechino ad agire con maggiore autocontrollo: Taiwan non alimenterà le tensioni, ma difenderà la sovranità.

Tsai ha esortato la comunità internazionale a sostenere la democrazia di Taiwan e ad opporsi "all'azione militare unilaterale e irrazionale della Cina", aggiungendo che Taipei cerca di lavorare con i Paesi dell'area e i partner democratici di tutto il mondo per mantenere la pace nella regione Indo-Pacifica.

La presidente, che ha messo in guardia la popolazione dalle insidie della guerra dell'informazione avviata dalla Cina con attacchi informatici e la diffusione di false informazioni, ha ringraziato il G7 per aver invitato Pechino ad astenersi da "attività militari aggressive" nello Stretto di Taiwan e per aver ribadito il proprio impegno a garantire la stabilità.

La Cina ha dato il via ieri alle esercitazioni, che si chiuderanno lunedì, in risposta alla visita di 19 ore di Pelosi a Taipei, che Pechino considera parte "inalienabile" del suo territorio, da riunificare anche con la forza, se necessario.

Nel frattempo, la compagnia aerea Singapore Airlines annulla i voli per e da Taiwan a causa della "crescente restrizione dello spazio aereo" dovuta alle pericolose esercitazioni militari cinesi nello stretto di Taiwan. "La sicurezza del nostro staff e passeggeri sono la nostra priorità" dichiara il portavoce della compagnia aerea in una intervista con CNA Asia.

2-TAIWAN, PROVE TECNICHE DI INVASIONE MISSILI E JET CINESI MINACCIANO L'ISOLA

Elena Molinari per “Avvenire”

Esibizione simbolica di forza o prove tecniche d'invasione? Le decine di aerei dispiegati e i missili balistici lanciati dalla Cina ieri vicino a Taiwan rappresentano una preoccupante minaccia per l'isola autogovernata, la più grave da 26 anni a questa parte. Pechino ha avviato le sue «esercitazioni» nello Stretto di Taiwan il giorno dopo la partenza da Taipei della presidente della Camera Usa Nancy Pelosi, la cui presenza a Taiwan, considerata dalla Cina parte integrante del proprio territorio, è stata vista come una grave provocazione.

L'esercito cinese ieri ha confermato lanci multipli di missili convenzionali nelle acque al largo di Taiwan che dureranno fino a domenica. Ha attivato più di 100 aerei, inclusi jet da combattimento e bombardieri, e oltre 10 navi da guerra. Taiwan ha attivato i suoi sistemi di difesa per mettere in guardia 22 aerei cinesi che hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan e ha sparato razzi contro quattro droni che volavano sopra le sue isole Kinmen.

Il ministero alla Difesa ha tuttavia rassicurato la sua popolazione che i missili cinesi volavano ad alta quota e non costituivano un pericolo. Cinque, però, sono atterrati nella zona economica del Giappone, spingendo il ministro degli Esteri Yoshimasa Hayashi a chiedere lo stop «immediato» delle operazioni.

«La collusione e la provocazione con gli Usa non faranno altro che spingere Taiwan verso l'abisso del disastro, portando la catastrofe ai compatrioti dell'isola», ha affermato il ministero della Difesa cinese. Il presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha cercato di calmare gli animi, sostenendo che Taiwan non provocherà conflitti ma difenderà la propria sovranità.

«Siamo calmi e non impetuosi, siamo razionali e non provocatori, ma saremo anche fermi», ha detto in un video ai suoi connazionali. Il governo di Taiwan, autogovernato dal 1949, quando i comunisti di Mao Zedong presero il potere a Pechino dopo aver sconfitto i nazionalisti di Chiang Kai-shek, ha affermato che le esercitazioni hanno violato le regole delle Nazioni Unite, compromettendo la libera navigazione e i liberi voli.

È proprio lo spettro di un blocco aereo e marittimo a spaventare Taiwan, facendo temere che sarebbe la prima mossa di una possibile invasione, mai esclusa dal governo cinese. Il ministero della Difesa cinese ha infatti pubblicato una mappa di sei zone dove prevede di continuare le esercitazioni, alcune delle quali si sovrappongono alle acque territoriali di Taiwan.

Ieri la vita a Taipei continuava, nonostante il timore che Pechino lanciasse un missile sull'isola come ha fatto la Corea del Nord sull'isola giapponese di Hokkaido nel 2017.

Secondo molti osservatori la crisi scatenata dalla visita di Pelosi ha permesso al partito comunista cinese di sfogare su un obiettivo esterno il crescente malcontento pubblico per un'economia che rallenta, i continui lockdown legati al Covid e un crescente Stato di polizia.

Lo sfoggio di muscoli potrebbe aiutare a serrare i ranghi il presidente Xi Jinping, che si prepara in autunno a ottenere la gui- da del Partito comunista per altri cinque anni, anche se uno scontro con gli Usa sarebbe dannoso per l'economia cinese, in affanno.

Ieri sera dunque le navi da guerra di entrambe le parti rimanevano pericolosamente vicine, e quattro portaerei statunitensi erano in zona, comprese le USS Ronald Reagan e Abraham Lincoln, mentre i siti web del ministero della Difesa, degli Esteri e dell'ufficio presidenziale di Taiwan venivano attaccati da hacker cinesi.

Pechino, intanto, convocava gli ambasciatori dei Paesi del G7 - compresa l'Italia - e dell'Ue per manifestare il forte disappunto sul comunicato che aveva condannato l'attività militare cinese. «Spero vivamente che Pechino non crei una crisi, nulla è cambiato nella nostra posizione», ha chiosato l segretario di Stato Usa Blinken.

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