Putin negozia con Kim, ma non è solo una questione di munizioni

- Provare a vivere da Putin o Xi per apprezzare l'Occidente

G. Pomplili, Maurizio Crippa 13 SET 2023ilfoglio.itlett2’

Il dittatore nordcoreano in Russia e la spietatezza del regime anche con gli amici. Cosa chiederà in cambio a Mosca per un coinvolgimento diretto nella guerra? Forse c'entra qualcosa il cosmodromo più strategico del Cremlino. Tra missili e Difesa, potrebbe avere un ruolo anche la Cina

Quando il treno blindato di Kim Jong Un si muove è sempre una notizia. Il regime nordcoreano sta lentamente riaprendo i suoi confini dopo gli anni della pandemia, ma nel frattempo il mondo è cambiato, e se la prima visita all’estero del dittatore nordcoreano sin dal 2019 è in Russia non è un caso. Putin è alla ricerca di armi e munizioni per la sua guerra contro l’Ucraina, e l’amico Kim è la persona giusta per fornirgliele. E’ stata l’intelligence americana la prima a rivelare l’esistenza di una trattativa sugli armamenti tra Mosca e Pyongyang, poi il mese scorso il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu era stato a Pyongyang e i colloqui si erano intensificati. Ma chi la conosce sa che la Corea del nord è un regime spietato e opportunista anche con gli amici. Se il regime nordcoreano è disposto a farsi coinvolgere direttamente nella guerra contro l’Ucraina – questo, di fatto, significherebbe fornire armamenti alla Russia – vuol dire che la contropartita offerta da Mosca vale il viaggio in treno…

- Provare a vivere da Putin o Xi per apprezzare l'Occidente

MAURIZIO CRIPPA 13 SET 2023

    

Siamo boomer, figli di un'età dell'oro garantita ma finita, e pure un po' cinici. Ma apprendere da una mega inchiesta di Open Society Foundations che quasi metà dei giovani non crede nella democrazia e preferirebbe anzi un bel regime autoroitario, fa ridere

Sì, siamo boomer disincantati, anzi un po’ cinici e (più o meno) garantiti da questo scampolo di età dell’oro che l’imperfetta e inquinante democrazia dell’antropocene ci ha donato. Ma boomer e garantiti, non vogliamo perderci il delizioso disincanto, un po’ cinico, di ascoltare le scemenze dei giovani che quei privilegi non avranno più, ma che anziché cercarne di nuovi a mani nude sparano cazzate come le Ultime generazioni che si sentono “invisibilizzate”. Oppure, sfogliamo la mega inchiesta (30 paesi) realizzata da Open Society Foundations che indaga sulla percezione di diritti e democrazia. Si scopre, ad esempio, che i giovani sono molto delusi da questa truffalda democrazia occidentale, e quelli “tra i 18 e i 35 anni sono i più scettici nei confronti della democrazia, solo il 57 per cento la ritiene preferibile ad altre forme di governo”. Un 42 per cento pensa anzi che un governo militare sia più adatto, e al 35 per cento non spiacerebbe un leader autoritario. Certo, capiamo bene che questa scarpa vecchia che ha garantito noi, ma ancora garantisce i diritti di tutti, non sia più adatta dopo la fine dell’antropocene. Però, invece di piangere e sentirsi “invisibilizzati” in queste democrazie di merda, perché non emigrano da Putin o da Xi, per vedere come butta lì?

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