Quarta Repubblica, Paolo Mieli: "Due cose su Mosca sono chiare", la rivelazione

Quarta Repubblica, Toni Capuozzo: "Cosa non torna nell'attentato di Mosca"

26.3.2024 Direzione Capezzone, liberoquotidiano.it lettura3’

1-Quarta Repubblica, Paolo Mieli: "Due cose su Mosca sono chiare", la rivelazione

All’alba del nuovo mandato elettorale, Vladimir Putin si è trovato subito a dover fare i conti con un terribile attacco terroristico sul suo territorio, l’assalto alla Crocus City Hall di Mosca che ha provocato 133 morti ed è stato subito rivendicato dall’Isis. Un’azione che, secondo il leader russo, ha anche i colori giallo e blu dell’Ucraina, paese verso il quale fuggivano i terroristi, arrestati prima che superassero il confine. Quanto la guerra in Ucraina e ciò che è successo nella sala concerti hanno in comune e quanto c’è da sospettare sulla vera matrice di questa azione sanguinosa? Se ne discute a Quarta Repubblica, il programma di approfondimento politico e sociale di Rete4, condotto da Nicola Porro.

Tra gli ospiti della sua ultima puntata c’è anche il saggista Paolo Mieli, che cavalca questo sospetto e conferma quanto la presa dell’Ucraina sia e resti l’obiettivo primario di Putin: “Due fatti sono certi, Putin non ha avuto neanche un attimo di commozione e di esitazione nell’accusare l’Ucraina e la fuga dei terroristi è ridicola, qualcosa non torna. Putin è talmente ossessionato dalla presa finale dell’Ucraina che con cinismo non ha esitato a dare la colpa dell’attentato agli ucraini”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la giornalista di Askanews, Cristina Giuliano: La responsabilità dell’Isis è stata messa in dubbio fin dal primo secondo. Questo evento ha molto scosso i russi, il Crocus è un posto dove si fanno concerti importanti, un biglietto del Crocus è un bellissimo regalo da ricevere, è il cuore di Mosca. Putin non si fermerà all’Ucraina, la Finlandia e la Svezia sono molto vicine alla Russia e le loro paure non sono basate sul nulla”. Questi timori sono condivisi anche da Edward Luttwak, consulente strategico del governo USA: “Oggi l’esercito russo sta avanzando in Ucraina, la prima cosa che bisogna fare è il servizio militare obbligatorio, se Putin conquista l’Ucraina diventa potere russo nell’Europa centrale.”

2-Quarta Repubblica, Toni Capuozzo: "Cosa non torna nell'attentato di Mosca"

Il mondo intero ha ancora negli occhi l’orrore dell’attentato dell’Isis K. alla Crocus City Hall di Mosca di venerdì scorso, nel quale hanno perso la vita 133 persone, trucidate a sangue freddo da quattro terroristi che hanno poi cercato di fuggire attraverso il confine con l’Ucraina, ma sono stati fermati e arrestati prima che lo superassero dalle autorità russe.

Per provare a dare una spiegazione di quanto successo, se ne discute a Quarta Repubblica, il programma di approfondimento politico di Rete 4 condotto da Nicola Porro. Tra gli ospiti c’è Toni Capuozzo, storico giornalista e inviato di guerra proprio di Mediaset, il quale spiega perchè questa nuova falange terrorista islamica ha puntato il dito contro Mosca: “La Russia è il loro nemico in Siria. La Turchia è un terreno d’incontro di questi terroristi dell’Isis K.”.

Nelle modalità dell’attentato, però, ci sono falle che fanno dubitare che possa essere un’azione “autentica” e i sospetti su un possibile bluff (da parte di chi? La Russia stessa?) aumentano. Lo stesso Capuozzo dice: “Qualcosa che non torna c’è, gli attentatori si sono allontanati con la stessa macchina con cui erano arrivati e sono scappati per 4 ore”. Sulla stessa eco un altro navigato giornalista di guerra, Fausto Biloslavo: “L’Isis K. è una minaccia seria e si stanno preparando ad azioni globali senza preavviso. Se osserviamo il video della strage vediamo che è un commando addestrato, poi però questi si trasformano in ladri di polli che scappano con la stessa macchina”. Anche il saggista Paolo Mieli, infine, si accoda a questo sospetto: “Due fatti sono certi, Putin non ha avuto neanche un attimo di commozione e di esitazione nell’accusare l’Ucraina e la fuga dei terroristi è ridicola, qualcosa non torna. Putin è talmente ossessionato dalla presa finale dell’Ucraina che con cinismo non ha esitato a dare la colpa dell’attentato agli ucraini”.

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