Russia Ucraina, tattica guerra...La cavalleria del XXI secolo: motociclette in guerra sul fronte ucraino
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Forze russe trasportate. Ma si tratta davvero di una trovata geniale, o è piuttosto l’espediente disperato di una guerra tra poveri?
28 Aprile 2025 ,Paolo Mossetti insideover.com lettura, 3
Negli ultimi due anni, il fronte ucraino ha visto emergere una tattica militare tanto audace quanto rudimentale: gli assalti in motocicletta. Ribattezzata da alcuni analisti “la cavalleria leggera del XXI secolo“, questa strategia si basa sull’impiego di motociclette e veicoli leggeri da parte delle forze russe per trasportare rapidamente piccoli gruppi d’assalto in prossimità delle linee ucraine. Ma si tratta davvero di una trovata geniale, o è piuttosto l’espediente disperato di una guerra tra poveri?
Una tattica in espansione
L’esercito russo ha fatto ampio uso delle motociclette in varie operazioni documentate tra il 2024 e il 2025. A Vuhledar, nel giugno 2024, un assalto contro la 72ª brigata ucraina ha visto protagonisti motociclisti russi che hanno raggiunto le postazioni nemiche con rapidità, approfittando della mobilità e della sorpresa. Lo stesso è avvenuto a Sievierk e Kurakhove, con video diffusi su Telegram che testimoniano la presenza di motociclette impiegate da unità d’élite come il battaglione Zarya.
Secondo alcuni corrispondenti militari, l’impiego delle due ruote rappresenterebbe una risposta diretta all’intensificarsi dell’uso ucraino dei droni first-person view (ossia con visuale in prima persona, guidati da persone che ricevono in tempo reale la trasmissione delle immagini video catturate dalla telecamera montata del drone). In effetti, a differenza dei mezzi blindati, le moto sono meno visibili, generano una firma termica più bassa, e sono più difficili da intercettare. Inoltre, costano meno e possono essere impiegate anche in terreni complessi dove i carri armati restano impantanati.
I vantaggi: mobilità, sorpresa, economia
L’impiego delle motociclette nasce dalla necessità di muovere truppe rapidamente e a basso costo. Una moto civile cinese o russa può costare una frazione rispetto a un veicolo corazzato, pur garantendo una certa capacità di manovra anche su campi minati, zone boschive o aree devastate dall’artiglieria. Questo le rende ideali per azioni rapide e puntuali, soprattutto in un contesto di guerra di attrito dove la capacità di concentrare forze senza farsi individuare può fare la differenza.
L’elemento sorpresa è fondamentale: filmati diffusi in rete mostrano motociclisti avanzare verso le linee ucraine dopo intense fasi di preparazione di artiglieria, cogliendo le difese impreparate. La riduzione della “finestra di esposizione” è un altro vantaggio: meno tempo per essere avvistati e colpiti.
Vulnerabilità e punti di forza.
Ma gli svantaggi sono evidenti. Le motociclette non offrono alcuna protezione balistica. In campo aperto, diventano bersagli facili per droni kamikaze Fpv, mine, ordigni esplosivi, artiglieria di assalto e armi leggere di grosso calibro.
In effetti, molte immagini provenienti dalla regione del Donbass mostrano moto distrutte e abbandonate vicino ai corpi dei soldati caduti. Secondo il colonnello ucraino Serhii Osaciuk, gli Fpv ucraini sono diventati uno strumento di sorveglianza e attacco così efficace da ridurre drasticamente la libertà di movimento di qualsiasi mezzo, moto comprese. In un contesto in cui ogni spostamento è monitorato, la vulnerabilità dei motociclisti è altissima.
L’efficacia delle incursioni su due ruote è dunque direttamente proporzionale alla capacità di mascheramento e coordinamento. Quando riescono a coordinarsi con l’artiglieria e le manovre di accerchiamento, allora la moto può tornare utile nelle penetrazioni laterali. Le operazioni nelle cosiddette “gray zones” – aree boschive, strade sterrate, margini di villaggi – proteggono inoltre dalla visibilità diretta e dal fuoco concentrato.
Una tattica da guerra povera
Le incursioni in motocicletta sono, nel senso più letterale, una strategia da “poor man’s war”, scrive il blogger Peter Korotaev. Laddove non si dispone di sufficienti risorse per mezzi blindati, elicotteri o artiglieria di precisione, si impiegano veicoli civili adattati e gruppi piccoli, flessibili e sacrificabili.
Nel conflitto ucraino, questo approccio è stato adottato sia da russi che da ucraini. Ma è soprattutto Mosca a farne un uso sistematico, in risposta al dominio ucraino nel cielo tattico. La crescente presenza di droni Fpv ha trasformato ogni zona scoperta in un campo minato aereo, dove la sopravvivenza dipende dalla velocità e dalla capacità di mimetizzarsi.
Il ricorso alle moto testimonia quindi l’evoluzione della guerra in Ucraina: meno trincee e scontri di massa, più mobilità e assalti brevi.
Se la guerra proseguirà, è probabile che vedremo un impiego ancora più ampio di questi mezzi, insieme quad e veicoli leggeri.
I costi contenuti, la facilità di reperimento e la flessibilità operativa li rendono adatti a una guerra di logoramento. Le moto ci dicono, in definitiva, che la guerra in Ucraina non è solo una lotta per la conquista del territorio, ma anche una corsa per inventare soluzioni a basso costo che possano compensare i limiti imposti dal fuoco di precisione e dalla sorveglianza aerea.
Più una prova di disperazione che un’innovazione vincente. L’immagine di un conflitto che, privato di armi decisive, si è trasformato in una guerra di mobilità e sopravvivenza.
Commenti
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++ Wsj, Putin sta espandendo basi e truppe ai confini Nato ++
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