Pd "ostaggio" di Ursula von der Leyen: perché non possono sfiduciarla
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Lo scorso novembre Schlein e Bonelli le hanno rinnovato la fiducia, a differenza di Lega e Fdi
di Alessandro Gonzato39,7, 2025 liberoquotidiano.it lettura2’
La coerenza, diceva Oscar Wilde, è l’ultimo rifugio delle persone prive d’immaginazione. Dunque la sinistra ha fantasia da vendere. Fino a ieri, per Elly e sodali, von der Leyen era il baluardo contro «le destre», la paladina del green, il presente e il futuro, oltre che il passato ma non certo con accezione negativa dato che alla formazione della prima “maggioranza Ursula”, nel 2019, il Pd contribuì in massa, e senza il voto dei 14 grillini la maggioranza non ci sarebbe mai stata. La presidente della Commissione Ue la spuntò per 9 voti. Lo scorso novembre Schlein e Bonelli le hanno rinnovato la fiducia, a differenza di Lega e Fdi (quest’ultimi successivamente hanno dato il via libera alla Commissione). Oggi però, dopo l’accordo con Trump sui dazi, ecco che von der Leyen per democratici e Verdi è diventata un’inetta, ma ovviamente l’obiettivo reale è quello di sparare a casaccio ancora una volta contro Meloni, la stessa che per la sinistra doveva lasciar trattare l’Europa ma che poi, quando l’Europa ha trattato, è diventata una dei principali colpevoli.
«Si poteva scegliere di reagire con durezza o capitolare», ha tuonato il deputato Giuseppe Luciano Calogero Provenzano detto Peppe, scudiero di Elly, «avete scelto di capitolare, tanto il prezzo lo pagano imprese e lavoratori. Abbiate almeno la dignità», sentite il Provenzano, «di non esultare e di scusarvi». Il Pd invece avrà la dignità di presentare una mozione di sfiducia alla von der Leyen? Nodi certo, e il motivo – atteniamoci a quello politico – è semplice: se davvero i dem fossero coerenti coi loro ruggiti, dei miagolii, a Bruxelles la maggioranza si sposterebbe nettamente a destra, e il primo rischio per la sinistra sarebbe lo smantellamento dell’“agenda green” nata durante il primo mandato e che ha già prodotto risultati catastrofici in diversi settori. Prima di guardare i numeri del parlamento europeo diamo conto dell’affondo della capogruppo della Sinistra Ue, la francese Manon Aubry, la quale ha risposto al socialista francese Raphael Glucksmann, durissimo sui dazi: «Sfiducerete von der Leyen, come proponiamo noi? Parlare è una cosa. Agire è un’altra».


