Tedeschi primi anche con l’Iran

Berlino fa una conferenza economica a Teheran. L’assalto del business

di Redazione | 22 Luglio 2015 ore 06:18 Foglo

Le sanzioni economiche all’Iran non sono ancora state sollevate, Teheran deve prima dimostrare di aver rispettato i patti, ma l’inchiostro sulle firme del deal nucleare era ancora fresco che già il vicecancelliere tedesco, il socialdemocratico Sigmar Gabriel, è volato con il meglio dell’imprenditoria della Germania per gettarsi nel piatto ricco dell’economia iraniana. Gabriel è arrivato in Iran lunedì, è la prima visita ufficiale di un membro del governo tedesco in 13 anni e la prima di un leader occidentale dalla firma del deal, e mostra come l’urgenza di Berlino (e di tutto l’occidente) per conquistare un posto nell’Iran riaperto al mondo vada ben oltre le cautele per un accordo nucleare che ancora preoccupa.

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Durante la visita il vicecancelliere ha espresso preoccupazioni per i diritti umani, ha perfino chiesto agli ayatollah di riconoscere Israele (è stato spernacchiato) ma poi ha annunciato, oltre ad accordi commerciali miliardari, anche una grande conferenza economica Germania-Iran da tenersi in autunno, la prima in un decennio, come se l’Iran fosse un tranquillo partner d’affari appena ritrovato, e non uno stato canaglia e sponsor del terrorismo internazionale che ancora deve dimostrare la sua redenzione. I tedeschi sono arrivati per primi, come al solito loro sanno cogliere le occasioni, ma l’assalto all’economia iraniana è appena iniziato, l’Italia è in buona posizione, ai primi di agosto arriva il ministro Gentiloni, ma dopo il francese Fabius, previsto a Teheran la settimana prossima: il viavai degli uomini d’affari occidentali sarà decisamente più fitto di quello degli ispettori nucleari. Una volta che il deal è siglato non si può restare indietro, ma la trasformazione dell’Iran in partner fidato è altra cosa.

Categoria Estero

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