Quanto potere riescono a esercitare le amanti sui presidenti francesi?

Da Julie Gayet a Madame de Pompadour, l’altra metà della Republique

di Mauro Zanon | 03 Agosto 2015 ore 17:29 Foglio

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Parigi. Qual è la vera influenza di Julie Gayet, la nuova compagna di François Hollande, sul presidente francese? È vero, come si mormora nei corridoi del potere, che la sua pervasività e capacità di piegare Hollande a ogni suo desiderio è pari soltanto a quella di Madame de Montespan, la più famosa amante ufficiale del Re Sole? La domanda assilla oggi tutta Parigi, ma è nei giardini della Fondazione Giorgio Chini, sull’isola di San Giorgio Maggiore, a Venezia, che ha iniziato a riverberare.

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E’ il 6 maggio quando François Pinault riunisce il beau monde parigino per la consueta cena offerta in occasione dell’apertura della Biennale di Venezia. C’è Alain Minc e Martin Bouygues, la ministra della Cultura, Fleur Pellerin, ma c’è soprattutto Julie Gayet, vera star della serata, seduta con disinvoltura al tavolo di Pinault e moglie, Maryvonne, con addosso uno smoking nero e delle scarpe da uomo. Un critico d’arte si dice sorpreso per l’allure “low profile” della compagna del presidente, visto il contesto, ma gli occhi sono tutti puntati su un altro invitato la cui vicinanza e complicità con Julie Gayet desta più di qualche sospetto: Eric de Chassey, direttore dell’Accademia di Francia a Roma, meglio conosciuta come Villa Medici. Dalla rivelazione della liaison clandestina con Hollande nel gennaio dello scorso anno (oggi, “c’est du serieux”, dicono all’Eliseo), tutta Parigi pensa che Julie Gayet sia più abile come tessitrice di rapporti e elargitrice di posti di lavoro succulenti agli amici che come attrice e produttrice cinematografica. E il futuro di Eric de Chassey, sposato a una delle sue amiche più intime, Anne Consigny, si dice sia interamente nelle sue mani.

Il settimanale Marianne, nel suo ultimo numero, ha dedicato un dossier saporito e ricco di aneddoti al potere delle maîtresse nella storia della Francia, a come la vita politica e culturale francese sia stata modellata nel corso dei secoli dall’influenza, più o meno occulta, di queste imprevedibili e spesso spietate egerie. Ampio spazio è dedicato a Madame de Montespan, per i più perfidi una Julie Gayet ante litteram, passata alla storia come la “vera regina di Francia” ai tempi del Re Sole. Spietata con le sue rivali, e con tutti/e coloro che intralciavano le sue trame di potere, diede sette figli a re Luigi XIV, costrinse la sua avversaria in amore Louise de La Vallière a scappare e a rifugiarsi in un convento, si fece regalare il maestoso castello di Clagny, a due passi da Versailles, prosciugando le disponibilità pecuniarie del regno di Francia, prima di cadere in disgrazia a seguito del suo presunto coinvolgimento nell’affare dei veleni, che scosse Parigi tra il 1670 e il 1680.

L’ascesa di Madame de Pompadour, la più celebre favorita di re Luigi XV, fu altrettanto folgorante. Dopo essere stata nominata marchesa dal re, travolto dalla bellezza straripante delle sue forme, divenne in poco tempo la donna più potente di Francia, intervenne in prima persona negli affari del regno per quasi quindici anni, ebbe voce in capitolo nella scelta dei ministri e impose i suoi gusti artistici per arredare Versailles e l’Eliseo. Virginia Oldoini Verasis, nobildonna italiana, fu l’amante dell’imperatore Napoleone III, ed ebbe un’influenza determinante nella decisione di quest’ultimo di favorire l’unità italiana. Influenza che anche Julie Gayet, inquieta per la sorte dell’amico Eric de Chassey (il suo mandato a Villa Medici scade a settembre), potrebbe esercitare sull’innamoratissimo Hollande.

Categoria Estero

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