La Russia di Putin è indispensabile in MO

A che punto è il gioco di Putin in Medio Oriente e, in particolare, in Siria?

 di Domenico Cacopardo Italia oggi 28.1.2016

A che punto è il gioco di Putin in Medio Oriente e, in particolare, in Siria? Oggi è chiaro che lo zar moscovita non è intervenuto nello scacchiere per mantenere Assad al potere, quanto per far conoscere al mondo e, in specie, agli Stati Uniti che la Russia ha un ruolo chiave nella sistemazione dell'area. La situazione, comunque, è in moto. Le notizie principali riguardano Washington, cioè il vicepresidente Biden e il segretario di Stato, Kerry. Il primo, ad Ankara, dopo un incontro con Erdogan dice che Usa e Turchia stanno per intervenire sul terreno. Il secondo spiega che ci possono essere novità sull'embargo verso la Russia, indicando una possibile riapertura delle relazioni economiche.

Prima di trarre conclusioni affrettate, bisogna scontare (come si fa con i cacciatori che raccontano i risultati di una battuta) la fragile affidabilità di entrambi. Infatti, le parole di Biden sono state subito smentite dalla Casa Bianca. Biden&Kerry hanno però messo sul tappeto alcuni indizi che, valutati insieme agli altri, possono costituire una prova. La prova che Obama sta cambiando politica in Medio Oriente e, più in generale, nei rapporti con la Russia (e l'Europa). Infatti, dal Pentagono si apprende, in forma ufficiosa, che si stanno preparando le infrastrutture necessarie perché importanti forze speciali possano essere dislocate in Siria per combattere il Califfo e il suo sedicente Stato. E si lascia trapelare che in Cirenaica ci sarebbero forze speciali americane, britanniche e italiane di supporto alle milizie anti Isis. Infine, sembra imminente un'offensiva aerea occidentale (con gli italiani) proprio nelle zone libiche occupate dai miliziani Isis: per operare, si aspetta la foglia di fico di una richiesta del governo (32 ministri) di Al Serraj, messo insieme dall'inviato Onu, il diplomatico tedesco Martin Kobler.

Il prezzo dell'invincibile ipocrisia che regna nelle relazioni internazionali. Rimane, però, un solo punto oscuro: come si coordineranno le truppe americane e -più in generale- occidentali con le forze armate russe già dispiegate sul terreno? Sarà impossibile non passare dall'informazione alla cooperazione. Con buona pace delle impolitiche rigidezze di Obama.

www.cacopardo.it

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