Cina, Pechino ha più miliardari di New York

Secondo la rivista Forbes è la capitale mondiale dei super ricchi

25/02/2016 CECILIA ATTANASIO GHEZZI , , LA STAMPAPECHINO

Il sorpasso. Nel mondo ci sono 99 miliardari in più, e il 90 per cento di loro vive entro i confini della cosiddetta grande Cina (l’insieme di Rpc, Taiwan, Macao e Hong Kong). Nonostante la crisi mondiale, infatti, la ricchezza totale dei 2188 miliardari individuati da Hurun, il Forbes cinese, è cresciuta del 9 per cento. 

È così che per la prima volta il numero di miliardari cinesi diventa più importante di quello americano (568 vs 535) e che Pechino supera New York per numero di miliardari che vi abitano. I dati Hurun, oltre a raccontarci un sorpasso epocale, evidenziano come la Cina ha fatto suo l’elemento fondativo del sogno americano: il «self made man», l’uomo che è capace di costruire il suo impero dal niente. Per il secondo anno di seguito, la Repubblica popolare si aggiudica il primo posto per numero di paperoni che non hanno potuto contare su alcun patrimonio di famiglia. La mobilità sociale è tutta concentrata ad Oriente tanto che, a fine 2015, la Cina ha strappato agli Stati Uniti un altro primato: quello di avere la classe media più numerosa. 

A ottobre un rapporto di Credit Suisse sulla distribuzione della ricchezza nel mondo, infatti, rivelava come per la prima volta nella storia moderna la classe media cinese aveva battuto il record statunitense con 109 milioni di cittadini contro 92. Un dato ancora più significativo se ci si ferma a riflettere che dal 2000 la classe media della Repubblica popolare si è ampliata di oltre 43 milioni di individui contro gli appena 22 degli Usa. E in un contesto in cui «la crescita di ricchezza in Cina è quintuplicata dall’inizio del secolo». Oggi nella Repubblica popolare sono concentrate un quinto della popolazione e il dieci percento della ricchezza dell’intero globo.

Sembra proprio che il baricentro del mondo stia cambiando, ma la massiccia presenza di cinesi tra i miliardari non deve farci dimenticare che la maggior parte dell’1,3 miliardi di cittadini dell’ex Celeste Impero ha un pil pro capite al di sotto della media mondiale. Se si prende in considerazione questo dato, infatti, la Cina si colloca solo al 90esimo posto. Nel 2014 inoltre c’erano ancora oltre 71 milioni di cinesi che vivevano sotto la soglia della povertà (per l’ufficio nazionale di statistica 320 euro l’anno). Non stupisce che una delle dieci parole scelte dallo scrittore Yu Hua per descrivere la Cina contemporanea sia proprio «disparità». Per dirla come lui «è come se fossimo seduti in un teatro bizzarro dove, contemporaneamente, su una metà del palco va in scena una commedia e sull’altra una tragedia». 

Categoria Estero

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