Il futuro di Renzi

Ora chi diavolo voteremo tra un Cavaliere costretto al solito colpo gobbo di ridurre

una tassa – è già qualcosa – Monti costretto ad allearsi con i più sgangherati dei politicanti, Grillo che parla da sé, la sinistra che vuole ammazzare i ricchi? Si sollecita il popolo di andare a votare ma gli si consegna un panorama politico invotabile, in cui persone anche intelligenti e alacri si devono presentare al loro peggio, dal momento che tutto poggia su un figlicidio,  un crimine scellerato. Dignitosissimo, fin troppo, il comportamento di Renzi che si mette al servizio del suo partito cercando di coprirne la vergogna. Forse però a quel punto sarebbe stata preferibile una scissione, un nuovo partito col cinquanta per cento del Pd e senza i centristi tra i piedi; i capi del centrismo, che molti elettori sarebbero venuti da soli. Così non è stato e Renzi avrà le sue ottime ragioni nell’attendere un secondo giro, che forse ci sarà forse no. Paradossalmente solo una sconfitta del Pd lo garantirà, non c’è che da augurarsela. Se il Pd vincesse dovremmo patire l’ennesimo farfugliamento di leggine e controleggine fino al crollo indecoroso, come

avvenne con Bersani governante. Ricordo quando in tivù balbettava e non si capiva se c’era una legge o un’altra e diceva una cosa e il suo contrario. Non basta essere brave persone, come certo Bersani lo è; con un atto di vera umiltà occorre favorire il flusso virtuoso delle cose e assecondarlo, anche se a incarnarlo è un ragazzotto forse presuntuoso e nemmeno troppo simpatico. Credo che Bersani sappia tutto questo, e in cuor suo ne sia alquanto turbato. Che ogni dieci minuti ricordi agli italiani e soprattutto a se stesso che vincerà e sarà premier, dice di quanto si senta usurpatore. Di quanto si senta fuori posto in una situazione storica che esige altro, quell’Altro. Passati i primi momenti di divertimento e di reciproco spernacchiamento, ora si stanno addensando le paure per un’elezione che non elegge proprio nessuno semmai degrada, tanta è la paura degli italiani di mettere gente sbagliata al posto sbagliato, gente che reiteri antichi errori e ne aggiunga di nuovi.

Umberto Silva

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