Senatore Castro, Partito e elezioni

Non ho dubbi sulla capacità professionale, culturale e lavoro

produttivo “qualificato” profusi dal senatore Castro in questi anni di impegno parlamentare. Uno dei pochi che ha onorato la fiducia datagli dagli elettori. Diciamo che ha fatto suo il lato nobile e intellettuale della politica che di solito non fa premio sul lato dei consensi che si trovano  nel lavoro costante di contatto con l’organizzazione del partito sul territorio ed ecco i risultati. Non viene riconfermato alla candidatura parlamentare. Colpevole Roma come lui afferma. Ma  sarà probabilmente, come è già stato, chiamato a dare il suo contributo al Paese come tecnico. Per quanto ne so, usando anche la mia poca ma lunga e datata  esperienza di militante di partito, questo era nell’aria da qualche anno e coincideva con la prevista  perdita di consensi elettorali del PDL nel trevigiano. Sotto questa lama, i quattro leader, Sacconi Gava Castro e Sernagiotto, nel tempo si riducevano a tre, via Gava. Poi, contati i possibili consensi del PDL sempre più in diminuzione è cominciata la diversificazione fra Sacconi-Castro e Sernagiotto. Dall’esterno sembrava che si fossero divisi i compiti: il duo S.C. dediti al lavoro intelletual-culturale-progettuale con convegni e conferenze di alto livello e Sernagiotto, con aspettative di seduta nel parlamento europeo,  a quello di organizzatore locale di partito a lui più confacente. Ha vinto alla fine quest’ultimo che dice di contare su 12.000 voti elettorali. Ma, se mi è permesso, hanno perso tutti e tre perché in questi anni il partito è rimasto solo un riferimento organizzativo, fermo e diviso nonostante lo inserimento di dirigenti giovani già vecchi.  Le sezioni non funzionano. Dovevano essere aperte ai contributi dei cittadini e sono rimaste chiuse e appaltate, meglio, date in franchising  ad alcuni e ancora imperanti fin dalla nascita di Forza Italia che si sono ben guardati da far funzionare le loro sezioni che non si riuniscono in assemblea, magari solo di iscritti, da anni . I risultati sono quelli che vediamo oggi. Padova che conta più di Treviso forte di un ministro e un valente parlamentare!! La politica presenta sempre, presto o tardi, i conti. E su questo il Senatore Castro ha le sue responsabilità. Ma, usando un brutto termine, nel suo DNA non c’è questa “sensibilità”, che invece va riconosciuta a Sernagiotto che poi ha trovato uno spazio di manovra nel nuovo movimento MIR. Dice della Chiesa come riferimento al momento,  ma dove sono in questa campagna elettorale,  i cattolici con i loro valori  non “negoziabili” ? CW, 25/1

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