Crisi Politica e del paese

L’architettura costituzionale dello Stato italiano poggia su poteri diversi  (Governo e parlamento, Capo dello Stato, Giustizia) tutti con un ambito di competenze  al fine che uno non prevalga sull’altro ma lo controlli onde evitare una crisi della democrazia. Da 20 anni tale rapporto è venuto meno per la debolezza della politica e il vuoto che così si è formato, viene colmato dall’attivismo degli altri poteri dello Stato.

A difficoltà si sommano difficoltà procedendo nella vita di ogni giorno per arrivare all’oggi dove lo scontro fra i poteri è palpabile. C’era una vignetta ieri che diceva “Il Presidente Napolitano ha chiamato al Quirinale il Capo del Governo Napolitano, e il capo dell’opposizione Napolitano” per dire dell’attivismo del Presidente in occasione della manovra economica e dello scontro all’interno della maggioranza dove la Lega è irrequieta per ragioni interne di partito.

Si può uscire da questa situazione e come? Senza appellarci a divinità sarebbe necessario che la politica avesse un sussulto di dignità e responsabilità (scarsa vista la impreparazione politica dei parlamentari) e riprendesse in mano con orgoglio la propria funzione di guida del paese riformando. Se ciò non avverrà le cose peggioreranno fino ad arrivare alle manifestazioni di piazza che possono portare ad una crisi politica generale dalle soluzioni impensabili e non democratiche. Tutto questo è visibile nelle manifestazioni contro la “casta” che non si accorge dell’imbuto nel quale è entrata e per casta intendiamo le rappresentanze governative e di opposizione.

19.7.2011

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