ll militantismo della pubblica accusa

Da Eni a Finmeccanica, i magistrati affossano i campioni nazionali.

L’arresto di Giuseppe Orsi, amministratore delegato e presidente di Finmeccanica, avviene quando il governo tecnico è ormai scaduto e mentre il gioco al massacro della campagna elettorale si fa pressante. Solo la settimana scorsa è stato l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, a essere indagato con l’accusa di corruzione al fine di ottenere una commessa per la controllata Saipem. Cose simili sono accadute in altre epoche, nel 1992-1994 per esempio, quando il governo era debole, la maggioranza divisa e i pubblici ministeri ritenevano di riuscire a esercitare un potere surrogatorio foriero di popolarità e successi extra giudiziari. La storia stessa si è ripetuta in questa tornata elettorale, ovviamente per altre vicende. Ieri, intanto, il titolo di Finmeccanica ha perso in Borsa oltre il 7 per cento. E Finmeccanica, impresa solida ma in ristrutturazione, viene così svilita in una campagna contro i campioni nazionali.

L’argomentazione del giudice di Busto Arsizio mostra notevole arroganza nei confronti della stampa. Come si legge nella motivazione, la colpa di Orsi, che induce a mandarlo agli arresti domiciliari, consiste non tanto nell’avere tentato di inquinare le prove, quanto nell’avere cercato di creare uno schermo di credibilità al suo operato mediante interviste ai giornali o pressioni sui media allo scopo di non rendere esternamente credibili gli elementi di accusa che si temeva potessero avere acquisito i magistrati (e ancor più quelli che potrebbero essere ancora portati a conoscenza dell’autorità giudiziaria). Orsi, in realtà, come risulta dalle intercettazioni, si è preoccupato di monitorare ciò che trapelava dalle procure perché non causasse repentine cadute del titolo in Borsa con successivi rapidi rialzi. L’ad voleva evitare inoltre che la cattiva interpretazione di sue affermazioni circa i problemi dell’azienda generasse nelle migliaia di azionisti e dipendenti dell’azienda la sensazione che la società fosse in grave crisi. Forse è una coincidenza, ma, dopo l’arresto, autorevoli esponenti del Pd accusano Monti di non aver sostituito Orsi al vertice di Finmeccanica, come se l’arresto per una commessa all’estero di AgustaWestland equivalga già a una condanna. Nessuno di questi giustizialisti sembra preoccuparsi delle ripercussioni sui nostri rapporti economici e politici con l’India e gli Stati Uniti, già incrinati da altri conflitti giudiziari e diplomatici.

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