Italiani trattati da bambinoni

Si fonda su tradizioni politiche che ritengono che l'uomo sia incapace di badare a se stesso

Il partito degli ex comunisti e degli ex democristiani  di Diego Gabutti , Italia Oggi 19/2

Ridotti a «bambinoni», come ha scritto Angelo Panebianco sul Corriere della sera, gli elettori italiani non hanno il diritto di conoscere i risultati dei sondaggi elettorali nelle due ultime settimane prima del voto, un po' come i pargoli non hanno più diritto alla tivù dopo le sette di sera.

Immaturi e pecoroni come siamo, tentati dal «voto inutile», è meglio non farci sapere che aria tira: potremmo essere stimolati a votare male, per Grillo, per Berlusconi.

Di questo si tratta, infatti. Non ci vietano di conoscere i risultati dei sondaggi perché potremmo esserne «influenzati» in linea generale, oggi a favore della lista «ics», domani a favore della lista «ipsilon», un giorno per il centrodestra, un altro giorno per il centrosinistra.

Ce lo vietano perché temono che l'elettore voti contro il suo interesse, cioè contro il centrosinistra, e solo contro il centrosinistra.

Che da noi (comunque lo si cammuffi e travesta) resta pur sempre il partito degli ex comunisti e degli ex democristiani, cioè di due tradizioni politiche che si fondano sull'idea che l'uomo sia imperfetto, dunque incapace di badare a se stesso e di distinguere il bene dal male.

Ex e post, per non parlare dei vetero e dei neo, sono convinti che il legno storto dell'umanità vada raddrizzato, come le gambe ai cani del proverbio. Di qui la par condicio, e di qui anche il divieto della diffusione dei sondaggi.

C'è sempre qualcosa di sbagliato, qualcosa di discutibile e persino di empio, nelle cifre messe a nudo dai sondaggi: il nemico di ciò che è buono, bello e giusto (il nemico dei comici, degli opinionisti e dei canzonettisti di Sanremo, per intenderci) non vi compare negli abiti che gli cuce addosso ogni giorno l'agitprop: reazionario ed egoista, guerrafondaio, amico degli evasori fiscali, nemico dei magistrati, ladro e spergiuro, fascistone, puttaniere.

Non vi compare, cioè, filtrato dalla retorica dei talk show o dalle rime delle canzonette rivisitate da Maurizio Crozza nel suo paese delle meraviglie, ma vi compare desnudo, senza foglie di fico, tale e quale, e non è affatto così orribile.

Non somiglia al ritratto che ne danno i moralizzatori de noantri. Come il centrosinistra, e a differenza degli invasati che votano le ali estreme dello schieramento elettorale, da Ingroia a Grillo, il centrodestra è composto da gente normale, classe media, lavoratori, persone solide, più o meno colte, più o meno razionali, QI nella media, padri e madri di famiglia, un mutuo, tasse da pagare.

Non hanno le corna, come gli atei secondo i democristiani del secondo dopoguerra, e neanche sfruttano selvaggiamente il popolo, come i bottegai e i capitalisti e i socialfascisti della favola marxleninista.

Appaiono per quel che sono: il vicino di casa, il collega d'ufficio, l'ex compagno di scuola, il barista, il tizio qualsiasi alla fermata del tram, senza i fronzoli della retorica progressista ed eticheggiante.

Brutali e onesti, anche se talvolta sballati, sempre un po' equivoci, i sondaggi escono dal cerchio magico dell'ideologia. Si sforzano di raccontare la realtà, senza magari riuscirci, ma con la freddezza dell'entomologo, non con la passione malata e strabica del politico.

Distacco e impassibilità: sono queste le virtù dei sondaggi, e i politici reazionari di sinistra ne diffidano. Amano manipolare, e temono che la realtà, registrata dai sondaggi d'opinione, manipoli loro.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata