La Politica senza bisogno di finanziamenti

“Il passaggio dai partiti-Intranet ai movimenti-Internet va visto come un fatto

positivo così come lo fu, all’epoca, la carta stampata per organizzare i partiti-massa a forte matrice ideologica” cosi termina un articolo sul Foglio di oggi di Edoardo Narduzzi.  Confesso che il problema mi pone una riflessione non semplice, io  cresciuto e formato politicamente in altri tempi quando gli attuali strumenti erano “democratici e moderni”.  

Qualche anno fa si era posta all’attenzione la necessità di partiti leggeri, con riduzione degli apparati interni  niente tessere, all’americana si diceva. Berlusconi con Forza Italia sembrava il partito più attento a questa soluzione. Poi tutto si arrenò. Ma oggi con l’avvento del “grillismo” il problema torna a porsi e in maniera forte.  Si può emergere senza par condicio, apparati burocratici

Mette in soffitta la solfa che giustifica i risultati di Berlusconi “ ha le televisioni” o l’altra il “PD ha i sindacati le Coop e i giornali amici” che lo aiutano a raccogliere consensi. Tutto ciò dimenticando le motivazioni politiche e programmatiche.

Risolve il problema del rapporto eletti-elettori che ora consiste di rivedere gli eletti solo alla prossima campagna elettorale. Rapporto che la Costituzione oggi giustifica con il dettato che nell’espletamento del suo mandato l’eletto risponde solo a se stesso e non al partito o ai suoi elettori.

“Ma c’è un altro aspetto della vita politica che è stato irreversibilmente trasformato dal successo del M5s: il rapporto di delega tra elettori ed eletti. Anche in questo caso i partiti hanno interpretato la delega ricevuta secondo la logica dell’Intranet: una volta ottenuta con il voto il parlamentare si gestisce all’interno delle direzioni, segreterie e commissioni varie dove l’eletto svolge il suo ruolo. rivoluzionato, come è evidente

in questi primi giorni post voto con il Pd e i suoi esponenti impegnati in direzioni e interviste su tutti i fronti, mentre l’ex comico mette tutto in rete e fa transitare tutto dalla rete.”

Grillo risolve il problema dei “costi dei partiti”:  ha messo in un angolo i partiti tradizionali.

Se continueranno a incassare il finanziamento pubblico, autodenunceranno la loro eccessiva macchina organizzativa pagata tutta o quasi dai contribuenti, se, invece, seguiranno l’esempio di Grillo e rinunceranno ai soldi pubblici dovranno diventare una forma partito diversa, in rete e, quindi, ultraleggera.”

Sento in giro da parte di iscritti ai partiti tradizionali, un “dobbiamo anche noi andare in internet” ma andarci con la vecchia mentalità, con la attuale organizzazione del partito significa copiare male e non risolvere i problemi attuali nei quali oggi sono invischiati i partiti e in particolare il PD.

Senza dire che una riforma della organizzazione dei partiti porta anche a risolvere il rapporto politica-economia tipo Monte Paschi Siena e altri. E forse anche quello del trasformismo parlamentare e il passaggio da un gruppo all’altro secondo convenienze e interessi personali. Per non dire della ipocrita par condicio. Non credo che fra 36 anni come dice il grillino Casaleggio arriveremo a votare ad esprimerci attraverso Internet perché ciò significherebbe un mondo tutto diverso con scarse occasioni di uscire di casa e con l’esterno conquistato dai topi come nei films di fantascienza, ma questa generazione deve trovare le soluzioni più opportune per il passaggio da una democrazia  ad un’altra più evoluta.  Che significa anche intervenire sulla Costituzione là dove si struttura e bilancia i poteri dello Stato

Se pensiamo che l’Italia è ancora ferma e blatera su riforme da 60 anni  che in altri paesi europei sono da tempo in atto, tipo la problematica di contratti di lavoro, è da mettersi le mani nei capelli!!!! CW, 5/3

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