Sterilizzate e umiliate

Non sarebbe male che in occasione di questo 8 marzo riferito alla violenza

contro le donne, fosse rivolto un pensiero a ciò che succede nel mondo. In India.

Un’altra pagina nera nell’India della pianificazione famigliare ( e da ricordare alla nostra prossima festa della Donna)

Nella politica indiana delle sterilizzazioni, voluta dal governo e finanziata dalle organizzazioni internazionali per la pianificazione famigliare, all’inizio di febbraio è stata scritta un’altra pagina nera. Centosei donne del distretto di Malda, nel Bengala occidentale, sono state sterilizzate e poi abbandonate sulla nuda terra, fuori dal centro medico dove erano avvenuti gli interventi, che oltretutto non potevano essere più di venticinque al giorno. La France Presse, che ha dato la notizia, ha raccontato che ora si sta indagando sui medici del centro, che comunque ricevono un bonus per ogni sterilizzazione effettuata. Dell’episodio esiste documentazione in un video, dove si vedono decine di donne stese per terra, all’aperto, senza cure post operatorie e ancora in preda ai dolori.  Ma si sa che da decenni – in cambio di un sari, di seicento rupie, di un elettrodomestico, di tessere alimentari – si cerca di convincere le donne indiane a farsi sterilizzare, e se non ci riescono i medici, ci pensano i maestri di scuola (in certi distretti, ogni dieci donne convinte anche loro ricevono un premio in denaro). Ma in altri casi, convincere significa semplicemente ricattare (minaccia di perdita del lavoro o di sussidi) da parte di funzionari dei governi locali che si occupano di pianificazione famigliare. Anche loro, è chiaro, premiati un tanto a donna. Oppure, le sterilizzazioni sono effettuate in occasione di altri interventi, e le donne lo apprendono a cose fatte. Vale la pena ricordare – è solo un esempio tra tanti – che 166 milioni di sterline sono stati erogati dalla Gran Bretagna dal 2005 a oggi, proprio per finanziare in India quel particolare tipo di “politica contraccettiva”. 

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