Electrolux 2013 e il 2016?

Riceviamo e pubblichiamo. Sono 20 anni che l’azienda colloquia e si accorda

con I sindacati. Bene. Ma è anche da 20 anni che i dipendenti diminuiscono e che vengono portate all’estero alcune produzioni  nate nella fabbrica di Susegana. Possiamo dire che i Sindacati giocano in difesa e badano al pareggio? Dopo i 2 anni a 6 ore cosa succederà? 

Parlo da cittadino e credo che la comunità dovrebbe interessarsi del problema ante e non chiamata a sostegno in piazza quando ci sono i problemi e alle manifestazioni  per strada o in piazza Cima.

Il problema è che, vado a intuito, non c’è produttività in fabbrica sufficiente a dare garanzie alla azienda, garanzie  che da qualche tempo trova all’estero.

Ma appena si parla di carichi maggiori di lavoro per raggiungere maggior produttività  c’è un levar di scudi, Fiom in testa. Figurarsi se si dovesse porre il problema di un diverso contratto di lavoro alla marchionne!!! Cosa che l’azienda non fa ma intanto diminuisce i dipendenti raggiungendo un suo obiettivo lasciando ai sindacati la soddisfazione di far valere il principio “solidaristico”e quasi “consociativo” ( dice Castro nel suo libro “..ricerca tenace di suturare i conflitti invece che risolverli…”)  che significa alla fine, far star male tutti e non assicurare il futuro di nessuno. Mantenere un potere alla RSU, come si comprende dalle cronache assecondanti  di questi giorni di Dal Mas sulla Tribuna, politico di altri tempi.

Scrivo questo con tristezza sperando che la Germania imponga all’Italia quelle riforme del contratto di lavoro italiano che essa già addotta e per il quale il lavoro è meglio remunerato che da noi.

Non so come Sacconi e Zaia facciano a dire che con la soluzione concordata delle 6 ore si “ consolida la presenza a Susegana e evita apprensioni per il futuro”. Nel breve periodo si ma per trasferire certezza nel futuro occorrono decisioni diverse e creazione di nuovi posti di lavoro.

Forse occorre un nuovo modo di vedere  “la fabbrica”.

Corvo rosso, 13/3

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