De Magistris, il fallimento di un sindaco alla B. Grillo

Mi hanno raccontato che ieri Luigi de Magistris, sindaco di Napoli,

sia andato a mangiare sul lungomare liberato, come lui stesso l’ha ribattezzato. E’ entrato da solo, senza scorta, in un ristorante. Si è accomodato in un tavolino da solo. I clienti che entravano si andavano a sedere in posti lontani tanto che il titolare del locale è stato costretto ad andarsi a sedere con il primo cittadino perché ormai quella situazione stava diventando imbarazzante: de Magistris solo, isolato, con i suoi concittadini che quasi si vergognano pure di averlo accanto.

Da Il Portaborse, 15 aprile 2013, 10:27,

Ieri mattina sui giornali dominava la storia di un ex magistrato calabrese, Pietro D'Amico, 62 anni, di Vibo Valentia, morto in una clinica di Basilea, in Svizzera, dove gli era stato praticato il suicidio assistito. Era stato indagato nell’inchiesta Why not, poi ne era uscito pulito, era caduto in depressione, quindi aveva lasciato la toga e aveva infine scelto di morire. Il pm che l’aveva messo sott’inchiesta era un certo Luigi de Magistris, oggi sindaco di Napoli.

Per il primo cittadino una giornata mortificante. Le polemiche per la Ztl che rischia di mettere in ginocchio la citt e soprattutto i commercianti, le proteste e finanche quella mazzata finale che getta un’ombra sulla sua attività di magistrato.

Quello che accade a Napoli non è una questione locale. Intanto perché Napoli è la terza città d’Italia. E poi perché ciò che accade a Napoli è paradigmatico del Paese.

La città sta morendo dopo nemmeno due anni di amministrazione de Magistris. Un’amministrazione alla grillina. Un modo di governare tipico di ciò che potrebbe accadere in tutta Italia e sicuramente anche a Roma, dove si vota tra un mese e mezzo.

Un modo di governare che pensa alla straordinaria amministrazione e non all’ordinario. Il Comune di Napoli ha imposto i menù etnici nella refezione scolastica con il risultato che i bambini sono rimasti a lungo senza pranzo a scuola. Un sindaco che insegue quattro ambientalisti e chiude una delle arterie principali al traffico mandando in tilt la città. Un primo cittadino che rincorre i grandi eventi come l’America’s Cup e non si preoccupa di far funzionare gli autobus che rimangono alle volte chiusi in garage per mancanza di gasolio. Un’amministrazione che rinuncia all’inceneritore con il risultato di mandare, a peso d’oro, in Olanda i rifiuti mentre in città non si riesce a camminare nemmeno a piedi per le buche nelle strade.

E’ un’anteprima del possibile governo Beppe Grillo (verso il quale de Magistris ha lanciato parole d’apprezzamento). Ambientalismo superato, rincorsa dello slow food, scimmiottamento di manifestazioni internazionali mentre dietro l’angolo si muore.

Il punto è proprio questo. Napoli, come l’Italia tutta, non ha bisogno di misure straordinarie ma di normalità. Di ordinari amministrazione. Di ordine e rigore. Di rispetto delle regole. Di tappare le buche, di colorare le strisce pedonali, di assicurare i servizi minimi essenziali, di vigili per strada, di controllo nella spesa pubblica, di far camminare la pubblica amministrazione e mandare a casa i fannulloni. Tutto qua.

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