Napolitano: "Fermare le violenze prima

che si trasformino in eversione"

"Quirinale, Camera e Senato non sono i luoghi del potere ma della sovranità popolare e della rappresentanza democratica. Supereremo le difficoltà che abbiamo davanti"

Nel giorno del trentennale della morte di Aldo Moro, il Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, insieme al Presidente della camera, Laura Boldrini, e al Presidente del senato, Pietro Grasso, si è recato in via Caetani per rendere omaggio allo statista ucciso trentacinque anni fa dalle Brigate Rosse. Ad accompagnare le tre cariche più alte dello Stato c’era anche il Presidente del consiglio, Enrico Letta.

Più tardi, nel consueto discorso tenuto al Senato in memoria delle vittime del terrorismo, il capo dello stato ha detto che “L’Italia ha superato non solo momenti di tensioni, ma periodi tragici che l’hanno esposta a rischi estremi. Se abbiamo superato quei momenti – ha sottolineato Napolitano – sapremo superare anche le prove che abbiamo davanti”. Colpito dai recenti episodi di violenza registrati dalla cronaca il Capo dello stato ha spiegato che quest’anno “ho voluto che questa cerimonia si dislocasse in altri luoghi istituzionali, oltre il Quirinale. Se il Quirinale è stato definito la casa degli italiani – ha aggiunto Napolitano -, i palazzi di Camera e Senato non sono luoghi del 'potere', come detto con oscura definizione, ma luoghi della sovranità popolare e della rappresentanza democratica".

Napolitano ha poi ammonito ricordando che "se c’è una cosa che abbiamo imparato negli Anni di piombo è che la violenza va fermata prima che si trasformi in eversione". "Il ricordo del sacrificio delle vittime del terrorismo ci ha dato un'occasione, quella di imparare molte cose, dobbiamo imparare a farlo", ha ancora incoraggiato il Presidente -, "ad esempio che la violenza va combattuta, fermata, scongiurata prima che si tramuti in eversione. Non possiamo essere tranquilli di fronte a certe esternazioni, anche solo sul piano verbale".

Poi, soffermandosi sulla situazione attuale del paese, Napolitano ha ricordato come "la crisi economica ha colpito in modo particolarmente incisivo le piccole e medie imprese, preziosa e vitale risorsa del sistema produttivo italiano costringendo molte di queste realtà a compiere sacrifici straordinari e scelte difficili per sopravvivere. Le istituzioni - ha aggiunto - devono pertanto sostenere il sistema produttivo offrendo adeguato supporto alle azioni dirette a promuovere investimenti nella ricerca e nelle innovazioni e i processi di sviluppo territoriale, con particolare attenzione alla creazione di nuove aziende da parte dei giovani".

Per Napolitano “è necessario rendere compatibile in un quadro di rinnovata coesione europea il completamento del processo di risanamento strutturale della finanza pubblica con incisive politiche di rilancio della crescita produttiva e dell'occupazione". Una ricetta che già in mattinata il capo dello stato aveva declinato anche in ambito europeo con un messaggio indirizzato all’Istituto universitario europeo in occasione della conferenza internazionale sullo stato dell’Unione europea in corso a Firenze: "Oggi – scrive Napolitano - l'Unione europea non può esitare dinanzi al nuovo percorso da compiere. Troppo pressanti sono i problemi sociali ed economici. Se ne debbono far carico pienamente le istituzioni europee rispondendo alle attese delle giovani generazioni e suscitando in esse rinnovata fiducia nella fecondità dell'esperienza e del disegno dell'Europa unita. Occorre – conclude il capo dello stato - senza concederci alcuna indulgenza, proseguire sulla via delle riforma".F. Quotidiano, 10/5

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