Il talento di Violetta

Diario rosa shocking insidia in classifica

Roberto Saviano e accende i sospiri delle bambine

Violetta ha sedici anni e le bambine di otto sono pazze di lei, cantano le sue canzoni, vogliono i suoi orecchini e le sue lunge gambe magre. Si incantano davanti alle avventure dell’adolescente argentina di Buenos Aires, con padre severo e milionario che all’inizio ostacola il suo desiderio di cantare, ma infine capisce che il suo talento è lo spettacolo. E Violetta canta, balla, in una scuola a metà tra “Saranno famosi” e “Amici”, si innamora, si difende dai tranelli delle ragazze invidiose, a volte invece ci casca, litiga con il padre, detesta la fidanzata scema del padre, bacia un bravo ragazzo ma pensa all’altro, più tormentato. Il grande successo di “Violetta”, produzione Disney latinoamericana, è cominciato l’anno scorso con la prima serie televisiva, e le bambine che di solito guardavano “Peppa Pig” si sono messe all’improvviso a cantare in spagnolo e a fare sorrisi diversi, a desiderare gonne svolazzanti, a dire ai padri: tu non mi capisci, a fare la classifica delle migliori amiche e dei bambini più belli e a tenere un diario. “Violetta, il mio diario, i miei segreti, i miei sogni” (Disneylibri) insidia con pochissimi punti di distanza la cocaina di Roberto Saviano nelle classifiche dei libri più venduti, copertina rosa shocking che spicca accanto al nero di “ZeroZeroZero”, ed è al terzo posto ma in salita (Violetta vuole arrivare a Dan Brown?). Le madri si chiedono: sette anni non sono pochi per chiudersi in camera sospirando: voglio stare un po’ da sola? E sfogliano il diario di Violetta (non facile da trovare, perché è andato esaurito in tre giorni) per capire se è come “Piccole donne”: “Sono emozionatissima! Un vero appuntamento con un ragazzo! Aiuto! Come ci si veste?”.

Non è come “Piccole donne”, ma se vi piacciono le serie televisive e decidete di guardare una puntata di “Violetta” a mezzanotte, per capire quanti baci sulla bocca si scambiano in mezz’ora, rischiate alle tre del mattino di ritrovarvi a cantare: “Hoy Somos Màs” e a sperare che il padre di Violetta si fidanzi con l’istitutrice, zia segreta di Violetta, e molli quella orribile arrampicatrice sociale di Jade. Ma considerando l’adolescenza anticipata, l’infanzia che dura ormai pochissimo e la richiesta di un bikini a cinque anni, è una buona idea impedire la visione di “Violetta” fino almeno alla quinta elementare, magnificando la bellezza di “Tom & Jerry”? E’ censura dittatoriale? “Se glielo vieti, diventerà il suo desiderio più grande, e in più ti odierà”, è il monito di genitori già passati attraverso “Il mondo di Patty”. Non si può fermare Violetta, anche se non è “Violetta la timida” di Giana Anguissola, di certo superatissima ma tanto simpatica, che voleva fare la giornalista ma era affetta da coniglite acuta. La nuova Violetta, per gli amici Vilu, non è per niente timida, canta e balla anche mentre compra il gelato, ha i tacchi, guerreggia con la perfida Ludmilla, altra stella della scuola, vive dentro un continuo talent show (le canzoni di Violetta in Argentina hanno vinto tre dischi di platino) e spesso, scrive nel diario, ha il cuore spezzato (“perché non l’ho baciato? Non-lo-so! Codarda! Codarda! Codarda!”). L’unica, meschina possibilità, è concedere Violetta ma spiare i segnali preadolescenziali, quindi il diario. Mia figlia, sette anni, ha scritto finora un’unica, rassicurante frase: “Caro diario, ricordati che ti voglio bene”.

di Annalena Benini   –   @annalenabenini

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