Il Pd, la carta Fassina, la mozione Epifani e quella

sfida tra Renzi e Letta in vista del congresso

Roma. Renzi vs Letta: alla fine siamo sem- pre lì. Per capire il senso della possibile candidatura del bersaniano Stefano Fassina alla segreteria del Pd bisogna allargare l’obiettivo e mettere a fuoco il filo rosso di questa fase pre congressuale: la spaccatura negli ex Ds, dove le divisioni tra bersaniani pro Fassina, bersaniani pro Renzi, dalemiani pro Cuperlo e diessini pro Civati dimostrano che non esiste più un’unità all’interno del vecchio corpaccione rosso. Se la guerra tra ex Ds è un fatto consolidato (a meno che Cuperlo, cosa che i renziani sospettano, non faccia un passo indietro), gli elementi poco chiari riguardano due protagonisti della battaglia congressuale: Renzi e Letta. Il sindaco (che sta allargando il suo bacino elettorale e che ha ottenuto l’appoggio di Stefano Bonaccini, Michele Emiliano e Gianni Pittella) scioglierà a breve la sua riserva e il premier osserva i movimenti in silenzio ma con sguardo preoccupato. Letta sa che una segreteria renziana può cadere nella tentazione di rottamare il governo, e pur non potendolo confessare il suo auspicio è che Epifani resti dov’è. Con l’ex leader Cgil al comando, il patto di sindacato Letta-Bersani-Franceschini continuerebbe a comandare, il governo non risentirebbe delle fibrillazioni congressuali, e tutti o quasi vivrebbero felici e contenti. “Epifani – dice Marco Meloni, lettiano, uomo di collegamento tra Palazzo Chigi e Pd – sta facendo bene, attorno a lui c’è un consenso naturale, e se il prossimo segretario avesse un passo simile al suo sarebbe ottimo”. Epifani dice di non voler ricandidarsi ma se Renzi dovesse fare un passo indietro la partita sarebbe diversa: e la novità è che a iscriversi alla mozione Epifani, oltre a Bersani e Franceschini, c’è anche D’Alema. L’ex premier ha cenato con Epifani il 15 giugno a Bruxelles (si è parlato del suo futuro in Europa) e ha consegnato a un amico questa valutazione: “Se Epifani rimanesse alla guida sarebbe la cosa migliore anche per Renzi: eviterebbe di logorarsi”. Tutto dunque è in movimento. Ma se Renzi si candiderà anche per Letta sarà difficile evitare che nel Pd nasca un nuovo patto di sindacato proprio attorno al possibile rottamatore del governo

© - F.Q.di Claudio Cerasa   –   @claudiocerasa

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