NO IMU. Quelli che non ci vogliono stare

Che c’è dietro le proteste degli inconsolabili per l’abolizione dell’Imu

La decisione di abolire l’Imu per l’anno in corso e di accorpare l’imposta patrimoniale sulla casa (dalla quale dovrebbe essere esclusa la prima, a quel che pare) a quella sui servizi comunali a cominciare dall’anno prossimo, ha un aspetto politico abbastanza evidente, un successo del Popolo della libertà e un rafforzamento delle prospettive di durata dell’esecutivo, e aspetti tecnici in gran parte ancora da definire. Chi non gradisce uno o l’altro o ambedue gli aspetti politici trae pretesto dal carattere ancora imprecisato delle caratteristiche tecniche della nuova tassa sostitutiva per esprimere critiche e dissensi più o meno dissimulati. L’arco di quelli “che non ci stanno” è assai ampio. Anche a destra (ma con qualche convergenza almeno lessicale con il Movimento 5 stelle) si denuncia la “fregatura”, cioè la possibile reintroduzione di un carico patrimoniale sulla prima casa attraverso la nuova tassa. Qualcuno, come Francesco Storace, invece capovolge il senso dell’insoddisfazione: proprio perché la misura sull’Imu è buona, va criticata perché toglierebbe a Silvio Berlusconi un buon argomento “popolare” per far cadere il governo.

Dall’altra parte della barricata, nella sinistra politica e mediatica, l’irritazione per il salvataggio almeno temporaneo del governo di pacificazione viene camuffata da preoccupazione per la dignità del Partito democratico, che sarebbe messa in dubbio dall’accettazione di “compromessi” con il nemico berlusconiano. Quello sull’Imu, tuona Massimo Giannini su Repubblica, deve essere l’ultimo, mentre Stefano Fassina ne trae la conclusione minatoria e iettatoria (ma tutt’altro che automatica) che ora sarà inevitabile l’aumento dell’Iva già a cominciare da ottobre. Nell’area sindacale (con l’eccezione virtuosa della Cisl che aspetta di conoscere i dati prima di condannare) si mette in scena una tragedia sugli effetti dell’abolizione dell’Imu sugli sfratti, destinati, chissà perché, a moltiplicarsi (e che non c’entrano nulla perché evidentemente un appartamento dato in affitto non è la prima casa). Insomma non mancano strilli di delusione, ma, almeno per ora, la nave va.FQ 30/8

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