La non indifferenza che uccide. La strage

di Lampedusa e i veri stragisti secondo Langone

Li ha uccisi la non indifferenza. Quindi non li ho uccisi io che all'africano mendicante davanti al Conad non sgancio nemmeno i centesimi che mi danno fastidio in tasca, che all'asiatico ambulante che ogni sera in vineria tenta di piazzarmi una rosa non offro nemmeno uno sguardo. Se questi due stranieri telefonano a casa parlando di un italiano generoso, di sicuro non si riferiscono a me. Se esortano amici e famigliari a raggiungerli, di certo non è dietro mia istigazione. I cento o duecento o non so quanti morti di Lampedusa li ha uccisi la non indifferenza ovvero l'illusione dell'accoglienza.

Da chi sono stati illusi? Ad esempio da Enrico Letta che seguendo la moda come non fanno più nemmeno le parrucchiere (la moda è passata di moda, mi raccontano tristi gli amici contoterzisti dell'abbigliamento) ha nominato una ministra congolese. Ovvio che poi in Africa pensino che l'Italia sia il paese di Bengodi, che basti metterci piede per fare carriera a spese del contribuente. E da tutti coloro che li chiamano “migranti”, parola carica di pregiudizio positivo, parola poetica, di risonanza carducciana, “stormi d'uccelli neri / nel vespero migrar”.

Se li avessero chiamati correttamente invasori (il Sabatini Coletti definisce invasore colui che compie invasione ossia “irruzione di un folto gruppo di persone in un luogo”), e se la notizia di questa definizione si fosse diffusa oltremare, molti dei cento o duecento o non so quanti morti sarebbero ancora vivi, non sarebbero mai partiti temendo un'accoglienza di dobermann e fucilate, anziché di sorrisi e mense, volontari e preti. E ora li si illude ancora, siccome non ne sono morti abbastanza.

Insiste a illuderli Napolitano parlando di “strage degli innocenti”. A parte che nessuno è innocente (“Nessuno è buono”, Marco 10,18), a parte che definire innocente qualcuno è definire colpevole qualcun altro, se gli africani lo sanno ecco che ripartono e rimuoiono in massa perché innocente vuol dire vittima e vittima vuol dire titolare di un diritto al risarcimento. Gli italiani brava gente, gli italiani de core, sono loro gli stragisti.

© - FOGLIO QUOTIDIANO di Camillo Langone, 3 ottobre 2013 - ore 16:53

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