Il peso delle “Caste” sul PIL

Roba da professionisti e tanto attesa.  Su un sito felettano  è apparso un intervento interessante con dovizia di dati sulla “Casta” e il suo peso nel PIL.  Contiamo che ritorni a scrivere  e anche sul nostro blog così come noi facciamo sul loro.

Il problema è che oramai tutti sappiamo quanto ogni “sacca” parlamentare, sindacale, pensionistica, contratti di lavoro, privilegi, pesano sul nostro debito. Il problema è politico e che ha La Lega è quello di barattare i voti che eventualmente può perdere ( p.es. è contro i privilegi delle pensioni di anzianità che sommano a 100.000 voti) per approvare riforme di fondo e per ridurre il debito e per ammodernare lo Stato.  Ogni riforma ha un costo in termini elettorali ed infatti nessuno, ma tutti ne parlano, affronta il problema. E l’Italia resta ferma. Per governare basta apparire riformatori, sbraitare, proporre riforme e lasciare tutto come prima. A Roma non si può amministrare il giornaliero. A Roma bisogna decidere soluzioni valide in tutto il territorio italiano senza dimenticare l’Europa. Se la Padania fosse uno stato avrebbe le stesse regole: decidere vuol dire accontentare alcuni e scontentare altri. Occupare posti di comando nelle banche e altri centri di comando (Tosi di Verona insegna; raccolta rifiuti nel trevigiano docet). Ciò senza commettere reati penali. Perché poi uno come Fini da una eternità in politica ma lui si mostra “sempre nuovo”, parla della pensione della moglie di Fini, ma no parla p.es. di quella di Amato (41.000 euro mese) o di altri suoi colleghi privilegiati. Siamo tutti uomini di mondo e conosciamo pregi e difetti dell’umanità e per questo non pensiamo ci possa essere, in questo mondo di peccatori, una società senza differenziazioni, con uomini tutti buoni e uguali e che mangiano le stesse pietanze e, se mi concedete, senza desiderio della donna o uomo d’altri. Siamo per una comunità di valori ma è da costruire e non esiste una parte laica di riferimento vale a dire che la sinistra ne la Lega  possono vantare nessun primato ne etico ne politico.

27.10.2011

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