Riparte anche la Spagna. Dopo 9 trimestri,

un più 0,1. Frutto di un coraggio che a noi manca

La Spagna, dopo nove trimestri consecutivi di contrazione, registra una ripresa dell’economia, che cresce di un modesto 0,1 per cento nel trimestre estivo, ed esce così, almeno tecnicamente, dalla recessione. Il dato è ancora minimale, ma segnala una reattività dell’economia spagnola agli stimoli provenienti dalla domanda esterna più vivace, per esempio, di quella italiana, nonostante dati di fondo, a cominciare da un tasso di disoccupazione doppio, sfavorevoli. La domanda interna ha continuato a diminuire anche nel terzo trimestre, mentre le esportazioni sono aumentate più delle importazioni. Secondo il Banco di Spagna la tendenza alla moderazione salariale è stata di “vitale importanza” per il recupero di competitività, insieme alla accresciuta flessibilità del mercato del lavoro e alle misure di sostanziale riduzione delle retribuzioni pubbliche. Significativamente, i punti nevralgici che in Italia non sono ancora stati aggrediti a dovere. Il grande malato della Spagna, il settore immobiliare, resta in profonda crisi nel comparto residenziale ma comincia a segnalare un’inversione di tendenza nel non residenziale, legato anche a un ritorno consistente di investimenti dall’estero (che hanno apportato anche la metà dell’aumento del valore delle società quotate, complessivamente, da gennaio, cresciuto di ben 75 miliardi). Dopo Francia, Portogallo, Finlandia, Danimarca e la Repubblica ceca, ora anche la Spagna conferma la tendenza europea all’uscita dalla fase di recessione. Partendo da una situazione più difficile della nostra, ma dimostrando più coraggio di noi.

FQ. 24 ottobre 2013 - ore 06:59

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