Lacrime e sangue

Electrolux chiude. Adesso tutti sanno e dicono quello

che da mesi, umilmente, andiamo ponendo alla attenzione ottenendo solo il  silenzio che più silenzio di così non si potrebbe. Abbiamo cominciato con le ultime elezioni politiche sperando che i vari candidati nelle varie liste si facessero carico del problema Electrolux, parlassero: niente.

Convegni di imprenditori, di nuovi movimenti, di politici in formazione, tante belle parole programmi ma la fuga dal presente, da dove nasce la politica vale a dire dal lavoro che da la possibilità di “mangiare” e che per mangiare meglio di un altro sfruttando le proprie doti dà inizio alla competizione sana e locale: l’azione Politica. La nuova ideologia della difesa del” bene comune” senza sottovalutarla, si infrange sulla Electrolux.

A Conegliano tutte le forze politiche e sociali  dovranno farsi un esame sul proprio operato, aggiornarlo perché stiamo ritornando al 1960. Gli errori, non tanto le colpe che sono un concetto apolitico, vanno corretti e non con la ipocrita solidarietà ma con iniziative concrete, non con una serie di scioperi in attesa dell’intervento dello Stato,  tenendo presente che da una parte c’è una proprietà alla ricerca dell’utile dei suoi investimenti e dall’altra una massa operaia che ricerca il proprio tornaconto all’interno di regole diritti e doveri. Brutta giornata. 

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