Le parole del nuovo segretario del Pd

Renzi: "Basta con gli alibi, fine degli inciuci"

Alcuni Titoli dei Giornali

Già oggi il sindaco è atteso a Roma per la presentazione della segreteria. "Questa non è la fine della sinistra ma di un gruppo dirigente della sinistra. Noi stiamo cambiando i  giocatori, non stiamo andando dall'altra parte del campo". Sono stata queste le prime parole pronunciate dal nuovo segretario del Pd, Matteo Renzi, uscito vincitore dalle primarie di ieri. "Noi non cambieremo gruppo di potere – ha precisato Renzi – tutti questi voti li abbiamo avuti per scardinare il sistema, non per sostituire il loro gruppo dirigente con il nostro". Il sindaco di Firenze ha poi aggiunto scherzando: "Da stasera la corrente dei renziani è ufficilamente sciolta, ammesso che sia mai esistita. Sara' la prima ad essere rottamata. Vedo disperazione in giro...". Adesso, per Renzi, "è il momento di scrivere la nostra storia e non di ascoltare la storia degli altri". Una storia che parte dalle dichiarazioni chiare del sindaco: "Da oggi basta alibi per il cambiamento. Il bipolarismo è salvo. Ai teorici degli inciuci diciamo: vi è andata male".

I PROGRAMMI DI RENZI - "Il Pd metterà tutto il proprio impegno" per una legge elettorale che garantisca il bipolarismo e per  "i tagli i costi della politica". "In questi anni abbiamo sbagliato anche noi", ha aggiunto il sindaco citando alcuni esempi: "abbiamo parlato di lavoro ma alla fine la  discoccupazione è aumentata". Il ceto medio "è in sofferenza e nessuno se n'è accorto". Poi, tornando sul tema della legge elettorale: "Il Pd è la stragrande maggioranza della maggioranza e da domani metterà tutto il proprio onore nella necessità di una legge elettorale che garantisca il bipolarismo e che tagli 1 miliardo immediatamente ai costi della politica, per superare il bicameralismo perfetto, abolire il Senato, le province e far sì che i consiglieri regionali non comprino la Nutella a spese dei cittadini". "La linea – ha proseguito il segretario neoeletto – non è data dai professoroni ma da due milioni e mezzo di saggi. Non è un diktat di Renzi o del Pd, ma del buon senso. Ci sono 148 parlamentari che non possono entrare in Parlamento perché eletti con legge incostituzionale – ha concluso Renzi – qualcuno spieghi a Grillo che con questa logica dovrebbero tenere fuori anche i suoi. Vogliamo invece mandarli dentro a fare legge elettorale chiara?".

IL RIFORMISMO - "Si può essere riformasti e ciononostante non essere noiosi. Si possono scaldare i cuori, non con i progetti massimalisti, ma unendo il buon senso del padre di famiglia con l'idealità si può dare un'anima al riformismo", ha detto Renzi nel suo intervento al teatro Obihall.

L'ISTRUZIONE - "Abbiamo perso l'autorevolezza sociale del ruolo dell'insegnante, la riconquisteremo centimetro per  centimetro". E' l'impegno di Matteo Renzi, che ha spiegato: "E' l'educazione il punto da cui ripartire".

IL SINDACATO - "Anche il sindacato deve cambiare con noi", ha detto il neosegretario del Pd nel suo intervento al teatro Obihall. 

"IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE" - "Come non essere ambiziosi quando chiamati da propri connazionali a guidare il partito più grande del Paese più bello del mondo... A noi il compito di dare fiducia agli italiani, dignità alla politica, bellezza all'Italia. Il meglio deve ancora venire, da domani ci divertiamo insieme". Così Matteo Renzi dal palco del teatro Obihall ha infine chiuso il suo intervento da neo segretario del Pd.

I PRIMI IMPEGNI DEL SEGRETARIO - Già da oggi Renzi dovrebbe arrivare a Roma per presentare la segreteria. Tra i nomi che circolano quelli di Luca Lotti e Stefano Bonaccini, probabili anche Antonio Funciello, Tommaso Nannicini e Deborah Serracchiani. Ma c'è anche chi non esclude aperture ad altri, compresi le aree dei suoi sfidanti. Inoltre, come ha avvertito la deputata renzianza Simona Bonafè, "Letta non potrà più prescindere dal Pd". Già martedì sera Renzi vedrà i gruppi parlamentari del Pd in vista della fiducia che Letta chiederà mercoledì alle Camere, a meno di slittamenti.

I NUMERI DELLA VITTORIA - Sempre abbondantemente sopra il 50 per cento, in quattro regioni sopra il 70 per cento. Matteo Renzi ha vinto le primarie in tutta Italia. Come si prevedeva ha fatto il pieno di voti nella sua Toscana, dove il sindaco di Firenze ha preso oltre il 78 per cento delle preferenze. Consenso largo anche nelle Marche (76,4 per cento), in Emilia Romagna (71 per cento) e quasi il 70 per cento in Veneto.

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