E’ vivo e non ha perso, è questa la novità

Solo un anno fa votare Matteo Renzi alle primarie

del Partito democratico fu come votare un Ufo con le luci verdi lampeggianti, nell’ipotesi più gentile, o come tentare con l’inganno di distruggere la sinistra italiana per conto di Silvio Berlusconi, nell’interpretazione più diffusa. Non ci si poteva fidare di uno che usava il verbo “rottamare” (e infatti si scusò), soprattutto non ci si poteva affidare a un uomo che non porta sulle spalle il dolore del mondo, e nemmeno del Novecento, che non fa lunghe pause durante i discorsi e se ne va in giro allegro, ambizioso, audace, con l’idea semplice di prendersi la responsabilità di un intero paese, perfino dei berlusconiani (aveva anche un modo troppo disinvolto di pronunciare la parola “Berlusconi”: non ci metteva abbastanza disagio). Renzi arrivò comunque al ballottaggio ed ebbe la fortuna di perdere. Questo accadimento, di per sé piuttosto annunciato, l’ha reso finalmente interessante, degno di attenzione per gli elettori del Partito democratico che prima lo guardavano con ribrezzo e sospetto insieme: ecco uno dalla parte giusta, uno che perde, che soffre. In tantissimi si sono innamorati di Matteo Renzi proprio per il discorso della sconfitta, poche ore dopo non averlo votato, e adesso qualcuno l’avrà scelto perfino sperando di sentir replicare le belle parole di allora, ma ormai è fatta: Renzi ha vinto, sfruttando la fortuna di perdere e anche l’èra glaciale in cui era immerso (come nel vecchio, grande sketch di Corrado Guzzanti-Walter Veltroni, che tentava di candidare alla guida del partito Amedeo Nazzari). Renzi ha vinto, secondo il Guardian ha sconfitto il “grey power”, ha un anno di più ma è lo stesso di allora: parla di “senso dell’urgenza”, di mamme che lavorano e che gli sembrano più interessanti, dice in conferenza stampa, dei dibattiti con Quagliariello, ride alle domande un po’ sceme, sembra ancora vivo, nonostante la vittoria. Se resterà vivo anche nei prossimi mesi, da segretario di partito e da uomo di governo, vorrà dire che davvero qualcosa è cambiato per sempre.

 FQ. di Annalena Benini   –   @annalenabenini, 10 dicembre 2013 - ore 11:00

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