QUANDO UNO NON HA I CONSENSI COME FA?

SEMPLICE, SE LI COMPRA. IL GOVERNICCHIO DI LETTA-ALFANO,

DUE EX GIOVANI DEMOCRISTIANI CHE MESSI INSIEME NON ARRIVEREBBERO PROBABILMENTE AL 15%, USA LA LEGGE DI STABILITÀ PER COMPRARSI L’APPOGGIO DI BANCHE, COSTRUTTORI, EDITORI, PRODUTTORI DI ENERGIA E GESTORI DELLE SLOT - 2. E CON IL COMPORTAMENTO PILATESCO SU TELECOM ITALIA, LETTA-NIPOTE LASCIA CAMPO LIBERO AI CAPITALISTI SENZA CAPITALI DI TELEFONICA E SI COMPRA IL CONSENSO DEL PARTITO MEDIASET (DOVE LAVORA LETTA-ZIO E CONFALONIERI), IN SOLIDI AFFARI CON IL GRUPPO GUIDATO DA CESAR ALIERTA (JOINT IN DIGITAL PLUS, LA PAY-TV SPAGNOLA) - 3. GOVERNARE È MEGLIO CHE FOTTERE? NO, GOVERNARE È FOTTERE. CON TANTI SALUTI ALLA RIDUZIONE DELLE TASSE SUL LAVORO E A QUELLI CHE CI AVEVANO CREDUTO. AMEN – Dago Spia

a cura di Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (Special Guest: Pippo il Patriota e Falbalà), 19 DIC 2013 11:07

Quando uno non ha i consensi come fa? Semplice, se li compra. Il governino di Aspenio Letta e Alfanayev, due ex giovani democristiani che messi insieme non arriverebbero probabilmente al 15%, usa la legge di Stabilità per comprarsi l'appoggio di banche, costruttori, editori, produttori di energia e gestori del gioco d'azzardo. E con il comportamento pilatesco su Telecom Italia, Lettanipote lascia campo libero ai capitalisti senza capitali di Telefonica e si compra il consenso del partito Mediaset (dove lavora Lettazio), in solidi affari con il gruppo guidato da Cesar Alierta. Governare è meglio che fottere? No, governare è fottere. Con tanti saluti alla riduzione delle tasse sul lavoro e a quelli che ci avevano creduto.

1 - TELECOM E LA BICAMERALE DEGLI AFFARI

Il vero botto di giornata, è seminascosto a metà di questo pezzo che Repubblica ficca a pagina 25 con il titolo: "Telecom, salta la riforma dell'Opa. Il partito Mediaset in campo per favorire gli affari con Telefonica". Giovanni Pons ricorda che Forza Italia ha giocato in Senato a favore del gruppo spagnolo, con il quale Mediaset ha in ballo l'operazione Digital Plus (la pay tv spagnola), e poi riporta: "Diversi analisti finanziari, inoltre, si spingono a prevedere che i buoni rapporti tra Mediaset e il gruppo di tlc guidato da Cesar Alierta potrebbero andare oltre e studiare una soluzione anche per Telecom Italia. Che passerebbe per lo spacchettamento finale della società italiana".

"Se Telefonica riuscisse infatti ad assicurarsi una parte importante di Tim Brasil, anche pagando un prezzo elevato, potrebbe poi esser disposta a vendere o a far entrare nella Telecom solo italiana un socio industriale produttore di contenuti come Mediaset".

Se lo scenario è questo, allora vuol dire che su Telecom si sta giocando una partita ben più importante di quella vinta a suo tempo dai Capitani coraggiosi di Colaninno e soci, con la fondamentale "astensione" del Mago Dalemix.

Ricapitolando: qui abbiamo le principali istituzioni finanziarie del Paese (Intesa, Unicredit e Generali) che se ne vogliono andare da Telecom e smollano le quote al socio-concorrente spagnolo, con il via libera del governino (Galateri dixit) e del principale partito di opposizione. Se alla fine della giostra Mediaset riesce davvero a mettere le mani su Telecom Italia (ancorché ridotta), allora sarà chiaro perché in queste settimane Gianni Letta è letteralmente sparito e Confalonieri fa la super-colomba. Stanno facendo l'operazione della vita, con il Nipote a Palazzo Chigi.

2 - SALUTAMI RENZIE

Mentre i giornaloni di Lor signori si gingillano con il presunto duello tra il Rottam'attore e Angelino Jolie, che ieri si sono prestati all'ennesima marchetta libresca in favore di un conduttore tv non abbiente, Lettanipote e Paccomanni confezionano i pacchi di Natale. A spese nostre, naturalmente.

A raccontarlo bene è un pezzo di Marco Palombi sul Cetriolo Quotidiano: "Larga intesa sui favori: dalle slot a Caltagirone, da Sorgenia alle banche. Caos di fine anno in Parlamento per manovra e decreti: ne approfittano le lobby, che piazzano i loro emendamenti" (p. 3). Per "De Benedetti", "le centrali non hanno più l'obbligo di corrispondere ai Comuni oneri di urbanizzazione".

Per Calta-mattone, sulle municipalizzate, "Obbligo, solo per Roma, di privatizzare e di mettere sul mercato nuove quote di Acea". E ancora, "i Comuni non potranno limitare la diffusione del gioco: tagli ai trasferimenti per i minori introiti". E per le banche, aliquota fiscale di favore per le quote rivalutate (altro regalone) di Bankitalia.

A suo modo, è duro anche il Sole 24 Ore, che in prima pagina titola così: "Alleggerita la web tax, corsa alle micro-spese. Squinzi vede Lette: insufficienti le risorse al cuneo".

Ancora sulla società tra Cidibbì e Verbund, alle prese con un impegnativo piano di moratoria bancaria da 600 milioni (Messaggero, p. 18): "Brunetta attacca Sorgenia: ‘Sconto sulla centrale a Lodi'. L'azienda ribatte: ‘Abbiamo versato 40 milioni agli enti locali in zona" (Stampa, p. 10).

Poi, sempre all'insegna della nuova Bicamerale degli Affari, "Niente divieto di incrocio tv-giornali, il governo dimentica la norma" (Repubblica, p. 6). Qui si rischia che al povero Paolo Berlusconi il fratellone sfili l'unico giocattolino che gli è rimasto, il Giornale.

3 - A LAMPEDUSA I CAPI COLORATI SI LAVANO A FREDDO

"Lampedusa, schiaffo della Ue. L'Europa dopo il video shock: ‘Un orrore, vi togliamo gli aiuti'. Via i dirigenti del centro di accoglienza" (Repubblica, p. 1). Lega Coop Sicilia, che gestisce la galera per immigrati di Lampedusa, ha annunciato la rimozione dei responsabili. E Repubblica va a fare i conti in tasca al business della Bossi-Fini: "Più ne arrivano, più guadagnano. Quel business da 2 milioni al giorno consumato sulla pelle dei migranti. Dalle coop alle aziende vicine a Cl, l'accoglienza è un affare. Gare vinte con ribassi del 30%. E se aumentano gli ospiti crescono anche i ricavi. C'è chi trattiene gli stranieri oltre il dovuto per continuare a incassare i fondi" (p. 4).

Dalla cronaca di Giusi Fasano sul Corriere, apprendiamo invece particolari in stile mafia sull'immigrato che ha fatto il video: "Khalid teme rappresaglie. Lo ha spiegato all'inviato del Tg2, Valerio Cataldi, al quale ha fatto avere il filmato. Gli ha raccontato di essere stato tenuto chiuso nel posto di polizia del centro per un paio d'ore dopo la messa in onda del video. Che fuori c'erano uomini a minacciarlo. E' convinto di essere vittima di una ritorsione. ‘Ieri mattina niente sigarette, acqua e cibo. Niente di niente - dice Khalid -. Ma non ho fatto male a nessuno. Ho solo fatto vedere quello che succede e che tutti devono sapere. Ho agito per il bene di tutti, di cosa dovrei aver paura?" (p. 21).

Gode il Giornale di Paolino Berluschino: "A Lampedusa il "lager" delle coop rosse. Il centro per immigrati gestito dalla sinistra. E la Ue minaccia di togliere gli aiuti dopo averci abbandonato. Kyenge ora chiede ‘un monitoraggio'. E dove è stata per mesi?" (p. 11).

4 - MA FACCE RIDE!

Nonna Pina Cancellieri: "La telefonata? Un'imprudenza. Mai avuto rapporti con Giulia Ligresti" (Repubblica, p. 22). E' vero. Solo telefonate con lo zio e la compagna del padre, don Salvatore.

5 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN

Il Corriere delle banche, comprensibilmente, dedica il primo sfoglio all'Unione bancaria. Che stranamente nasce sotto la spinta di un vecchio, nobile problema del capitalismo moderno: in caso di mega-fregature, chi deve rimanere con il cerino in mano? Leggiamo: "Primo passo nella Ue per i salvataggi bancari. L'Italia: ‘Importanti concessioni dei tedeschi'. Sì al principio di assunzione di rischi comuni". Poi, per la serie "la bava separata dalle opinioni", ecco la sedicente analisi: "L'asse ritrovato tra Draghi e Saccomanni. Per entrambi il progetto può ridare fiducia nel sistema bancario europeo" (p. 2).

Altri toni sulla Stampa: "Intesa sulle regole anti-crac. Al via l'Unione bancaria. Saccomanni gioca la partita Bce ma Berlino impone il suo progetto. Il ministro: ‘Il sistema prevede finanziamenti. Niente soldi a fondo perduto" (p. 24).

6 - NANO DECADENCE

Alla corte del Cainano torna in auge il Grande Macellaio Verdini Denis, un uomo così ingombrante che in realtà non se n'era mai andato. Lo racconta il Corriere: "Berlusconi non dà incarichi ai suoi. Ma delega Verdini sulle riforme. Malumori per l'attivismo di Brunetta: da ora in poi segue tutto Denis. L'ex premier: troppi veti, difficile decidere. Al vertice dei big c'è anche Toti. Il leader annuncia ‘due milioni di lettere' a chi votò Forza Italia negli anni d'oro" (p. 13). Si ride sulla Stampa: "Berlusconi: ‘Mai attaccato il Colle'. L'ex premier: ‘Io non ho parlato di impeachment'. Dietrofront sul Mattarellum, tratterà Verdini" (p. 9).

7 - IL NUOVO CHE AVANZAVA

"Samorì finisce sotto inchiesta. Sequestrati terreni, case e yacht. ‘Associazione a delinquere'. In Sardegna in manette il Pdl Piras. Nei guai il leader del Mir che sognava di essere il nuovo cavaliere" (Repubblica, p. 13). Ormai la politica è una corsa contro il tempo: acchiappare un posto in Parlamento prima che ti acchiappino.

8 - IL POLIZIOTTO ERA PER BENE

"Nessun abuso'. Assolto il poliziotto che dava la caccia ai boss. Concluso a Napoli dopo due anni il processo all'ex capo della squadra mobile Vittorio Pisani. Fu lui ad arrestare due superlatitanti casalesi". Il Corriere (p. 23), la Stampa e il Messaggero rendono onore a Pisani, che quando finì sotto inchiesta si prese gran titoloni. La Repubblica delle manette, invece, di fronte a questo ennesimo successo della procura di Napoli se la cava con un trafiletto di poche righe.

9 - IL TERRORISTA IN REDAZIONE

A Genova evade un serial killer in permesso. "L'ira della Cancellieri", che questa volta non aveva telefonato. Sparata di Repubblica: "E in città torna il terrore. ‘Quel pazzo può uccidere ancora" (p. 17). Come i titoli sulla Sars, sulle "bombe d'acqua", sulle stragi del sabato sera (misteriosamente scomparse, surclassate dai femminicidi). Giornalismo da Sun, perché noi dall'estero prendiamo solo il peggio.

10 - ULTIME DA UN POST PAESE

Tutta la leggere questa storia raccontata da Repubblica: "Farai sesso con me una volta a settimana', il contratto shock tra assessore e segretaria. Abruzzo, trovato in una perquisizione. De Fanis (pdl) agli arresti per tangenti. Le prestazioni venivano pagate con un forfait di tremila euro al mese". I verbali di lei sono una miniera, tra cartellini timbrati a casaccio e "missioni" a Roma e Bologna: "Lui era ossessionato da me, mi ha costretto, non ho potuto rifiutare" (p. 22). Atteso un fermo commento della Boldrinmeier. E chissà se il Grande Papi di Hardcore sospenderà da Farsa Italia questo assessore così ossessionato dalla Cultura

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