Pd perde la centralità nella sinistra?

Di primarie si può anche morire in periferia

Oggi su un quotidiano amico del PD si leggeva “ Pericolo scongiurato a Padova.. il candidato PD scelto con le primarie interne ha ricevuto anche il via dalle primarie della sinistra” e faceva un elenco dei Comuni dove le primarie della sinistra avevano bocciato il candidato PD. Cosa succede, cosa sta cambiando nel panorama politico ?

Noi conosciamo un partito monolitico che ha fatto della sua diversità una ragion d’essere e dove, stando all’opposizione,  i suoi candidati si considerano i migliori amministratori pubblici. Che forse lo sono ma che da noi  non sono riusciti ancora a governare e quindi a dimostrarlo. L’accostarsi al governo impone di pagare dazio, di passare dalla semplice “osservazione per denunciare” al “capire per intervenire”.

La recente incoronazione di Renzi  con la utilizzazione delle primarie con il voto degli esterni  è stato un fenomeno di apertura di finestre l quale il partito non era abituato. Le diversità delle opinioni si svolgevano al proprio interno e il cambiamento dei dirigenti avveniva molto meno drammaticamente anzi avveniva per accordi che non intaccavano la natura del partito. Oggi invece  non è più così e all’interno non si è ancora digerita la svolta che impone un modo diverso di approccio sia verso gli iscritti che verso l’esterno. La situazione imporrebbe un modo diverso di relazionarsi, più presenza  nei vari luoghi di dibattito, meno certezza di essere i migliori e di avere tutte le soluzioni per ogni problema. Qui il partito non c’è ancora e i voti dati a Renzi nel congresso non significano cambiamento di impostazione politica che anzi continua ad essere quella di prima nelle alleanze, nei modi di rapportarsi alle varie realtà esterne, sindacati compresi.

Sembra  un partito frastornato, dove l’identità di un tempo non paga più, dove la nuova generazione, senza memoria storica,  vede la certezza del futuro in una tessera. La certezza di essere l’unicum per una nuova società, vacilla e lo porta ad essere insofferente alle critiche.

Per rendersi conto di questo stato, basta guardare i siti del Pd di Conegliano e Vittorio. Poco aggiornati,  afflosciati, niente interventi di politica generale, sui problemi di oggi, confronti  e discussioni per cui sembra che tutti la pensino allo stesso modo. Nessun   esterno presente. Gli organi dirigenziali sono assenti e affidano il loro pensiero a qualche anziano (di iscrizione al partito), volenteroso e appassionato  per affrontare polemiche pubbliche anche stupide ma un buon cane da guardia deve abbaiare anche alle ombre e agli soffi dei venti  marzolini.   Per fortuna a Vittorio fugge dalla trappola di chi voleva condurlo alle primarie di sinistra per impalmare, cercare di sostituire il suo candidato Sindaco con un altro. Tutti d’accordo?

Non che gli altri partiti stiano meglio, anzi. Ma vedere un partito con una storia come il PD, chiuso nel suo passato e senza stimoli nuovi apparenti  fa riflettere. Occorrerebbe  un colpo d’ala e il coraggio di confrontarsi dentro e fuori il partito e guardare molto più in là nel futuro perché nella sola denuncia sono sorte forze nuove e ben più battagliere e diversamente collocate in politica. Le “costole della sinistra” come diceva D’Alema di quelli che comunque potevano votare DS-PD pur stando in un partito diverso, non ci sono più. Salvo l’accordo con SEL Vendola e se Landini FIOM si decide di fare il suo partito.

Walter Cadorin, 5.2.2014

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