PER CAMBIARE, IL COMPAGNO GREGANTI FA RIMA

 CON MISTERI INQUIETANTI - 2. NELL’INCHIESTA SULL’EXPO

CHE LO HA PORTATO IN CARCERE INSIEME AD ALTRE SEI PERSONE, CI SONO TELEFONATE DEL MITICO COMPAGNO G - UN MURO DI SILENZIO AI TEMPI DI MANI PULITE - CON I VARI FRIGERIO E CATTOZZO, MA NON CE N’È UNA SOLA CON UN SENATORE O CON UN COMPAGNO DI PARTITO DEL PD. MILLANTAVA, O ERA SOLO PRUDENTISSIMO? - 3. GREGANTI HA IL TELEFONO SOTTO CONTROLLO E NON PARLA MAI CON QUALCUNO CHE CONTI DAVVERO. AGGANCIARE “LA CELLA’’ DI VIA DEI CESTARI NON VUOL DIRE ANDARE PER FORZA A PALAZZO MADAMA. POTEVA ESSERE OVUNQUE, ANCHE A PALAZZO GRAZIOLI… -

Francesco Bonazzi per Dagospia, 16 MAG 2014 18:02

Tanto per cambiare, compagno Greganti fa rima con misteri inquietanti. Nell'inchiesta sull'Expo che lo ha portato in carcere insieme ad altre sei persone, ci sono telefonate del mitico Compagno G - un muro di silenzio ai tempi di Mani Pulite - con i vari Frigerio e Cattozzo, ma non ce n'è una sola con un senatore vero o con un compagno di partito del Pd. Millantava, o era straordinariamente prudente?

Quanto al giallo sui suoi ingressi a Palazzo Madama, dei quali non vi è traccia nei registri ufficiali, indicare come "prova" il fatto che il suo cellulare abbia agganciato la cella di via dei Cestari, come si legge nell'informativa della Finanza, che senso ha?

Sono domande che si fanno in tanti, in queste ore, tra gli avvocati degli indagati e tra coloro che, sui banchi di Palazzo Madama, hanno un minimo di esperienza di faccende giudiziarie (non sono pochi, purtroppo).

La prima questione è semplice. Non ci sono telefonate importanti di Greganti perché i pm di Milano non hanno sparato tutte le loro cartucce per non bruciare l'indagine, dopo che Bruti Liberati ha accusato il suo aggiunto Alfredo Robledo di aver danneggiato l'inchiesta parlandone nel suo esposto al Csm.

Oppure ha ragione Robledo, che avrebbe magari aspettato a fare gli arresti a due settimane dal voto, per dar modo agli intercettati di parlare e muoversi ancora un po' nei loro tentativi di avvicinare politici di maggior governo e ministri in carica.

Ci sono anche altre ipotesi, ovviamente. Una, è che Greganti fosse straordinariamente prudente, per cui aveva un altro cellulare oppure non parlava mai al telefono con i pezzi grossi. La seconda è che, come Frigerio e Cattozzo, millantasse un po', ma fosse in realtà uno ormai fuori dal giro che conta. Chi lo conosce bene però, lo descrive come uno che parla poco e quel poco che dice non sono fanfaronate.

In ogni caso basterebbe utilizzare un programma della Ibm che si chiama "I2", ampiamente a disposizione delle nostre forze di polizia, per analizzare la rete di contatti di Greganti e vedere chi frequentava, che documenti condivideva e con chi, come e dove si spostava. I tabulati telefonici non mentono. Con "I2" si analizzino le relazioni di una persona attraverso il suo telefono. Si fa prima che a impazzire intorno al mistero dei tornelli di Palazzo Madama.

Come dice un magistrato che non c'entra con questa indagine, ma ne ha condotte di simili, "i tabulati telefonici sono una scienza esatta, ma la cernita delle telefonate da mettere nei fascicoli d'inchiesta non sempre lo è".

E veniamo alle gite di Greganti al Senato, delle quali nessun senatore ricorda alcunché. Ma i militari della Finanza lo vedono con i loro occhi entrare più volte, sempre di mercoledì (che è un giorno ottimo, perché ci sono tutti i senatori che vuoi). Solo che i pedinatori si devono fermare fuori perché lì non possono entrare senza mandato.

Che prove hanno i finanzieri? Hanno foto? Non si sa. Ma nell'informativa alla Procura si parla di un'altra occasione in cui il telefonino di Greganti "ha agganciato la cella telefonica di via dei Cestari". Che è la cella telefonica del suo operatore più vicina al Senato.

Interessante, ma da sola, questa informazione non vuol dire un tubo. Un esperto di intercettazioni dell'autorità giudiziaria spiega a Dagospia che "in centri urbani densamente popolati, un telefonino non sempre aggancia la cella più vicina, ma per motivi di sovraffollamento di una data cella può essere dirottato su un antenna più lontana".

In poche parole, non solo Palazzo Madama non è l'unico palazzo che aggancia via dei Cestari, ma uno potrebbe essere dentro il Senato e, per "over-crowding", agganciare una cella che sta a due chilometri di distanza. O a un chilometro, magari a Palazzo Grazioli da Berlusconi. Tanto per incasinare la faccenda ulteriormente.

Non è finita. Un investigatore si chiede se qualche spending review abbia improvvisamente tagliato alla Procura di Milano la disponibilità di un aggeggio portatile, in uso anche alla Finanza, che capta il segnale del telefonino intercettato sottraendolo alla carambola - assolutamente casuale - delle celle degli operatori.

Come si vede, quando c'è di mezzo Greganti, domanda chiama domanda.

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