Lettere al Direttore Il Foglio 29.7.2014

Sulle radici dell’odio per ebrei e cristiani,

e sui bambini

1-Al direttore - Lei ha assolutamente ragione. A questi, dei bambini di Gaza, non gliene può interessare di meno. Non amano i bambini di Gaza (e di nessuna altra parte). Ma odiano Israele. E gli ebrei.

 Fabrizia Lucato

2-Al direttore - Nel suo editoriale sul Corriere di oggi, Galli della Loggia mette a nudo l’indifferenza dell’occidente di fronte ai quotidiani massacri dei cristiani nel mondo. Il bradisismo del politically correct che sta deradicando la nostra cultura, quando si tratta del martirio dei cristiani è un sisma, ignorato, quasi apprezzato dai cattivi maestri di oggi.  Anzi, essere cristiani sottintende essere “giustamente” (sic) alla mercé di coloro ai quali i cristiani danno fastidio, siano atei o musulmani non importa: oggi essere cristiani è assimilato a una provocazione e perciò è un’assoluzione preventiva per qualsiasi reato si compia ai loro danni. E’ assurdo ma rispecchia la sequenzialità del delitto di onore: se hai fatto o sei questo io posso qualsiasi cosa contro di te. E chi accetta questo si dice progressista.

Roberto Bellia

3-Al direttore - Perfetto, il suo editoriale sui bambini di Gaza. L’Onu vive con i soldi dell’occidente e coi voti degli anti occidentali che lo hanno additato come la sentina di tutti i mali, di tutte le turpitudini socio-economiche possibili. Le sue emanazioni organizzate ricalcano lo schema e alimentano il senso di colpa che le nostre anime belle vogliono scrollarsi di dosso consegnandosi al nemico. Però l’Onu ha fatto qualcosa anche per l’Italia: ha fornito le giuste credenziali politicamente corrette a Laura Boldrini. Vi sembra poco?

Moreno Lupi

4-Al direttore - Il ministro Maria Elena Boschi ha detto: “Trovo ingiusto essere giudicata solo per come mi vesto”. Ha ragione da vendere. Però, che dire anche delle donne umiliate, processate e disprezzate solo per come si svestono (nelle fantasie perverse di qualcuno che ipotizza perfino dove e con chi)? Cordiali saluti.

Rodolfo Maida

5-Al direttore - L’analisi di Galli della Loggia (Corriere del 28 luglio) sulle cause dell’indifferentismo nei confronti delle persecuzioni contro di cristiani, se per un verso è corretta per altro sembra non mettere sufficientemente a fuoco quella che è la vera causa del voltarsi dall’altra parte del mondo occidentale: il fatto cioè che in primis in occidente è in atto una vera e propria persecuzione contro il cristianesimo, e in particolare contro il cattolicesimo. Non parliamo di una persecuzione armata o sanguinaria, bensì di una lotta culturale tesa a scardinare nella società, nella scuola e in generale nell’opinione pubblica, tutto ciò che viene identificato come retaggio cattolico – basti pensare alla lotta contro la morale sessuale e famigliare condotta in nome della cosiddetta gender theory (ma sarebbe meglio dire ideology) – visto come ultimo baluardo all’avanzata laicista che vuole imporre un’antropologia radicalmente atea, lucidamente profetizzata da Robert Benson nel “Padrone del mondo” e da Vladimir Solovev nel “Racconto dell’Anticristo”. Questo è il vero motivo – oltre alla perdita delle radici e alla paura verso l’islam di cui parla Galli della Loggia – per cui l’occidente se ne infischia dei cristiani perseguitati.

Luca Del Pozzo

6-Al direttore - Pare che in base alle indicazioni fornite dal “tavolo tecnico” convocato dal ministro della Salute Lorenzin sulla fecondazione eterologa – in attesa, si presume, che qualcuno metta  mano a una legge dopo che la legge 40 è stata smantellata dai bombardamenti a tappeto della Cassazione, verrà introdotto il limite (limite?) di 25 nati per ogni donatore da distribuire, novella cicogna, a 10 diverse famiglie, numero comprensivo di eventuali fratelli-sorelle. Insomma ci saranno in giro famiglie allargate fino al decimo grado di parentela e con 25 fratelli (o cugini?) biologici. Poi dice che la nostra società non ama i bambini.

Samuele Delleri

La democrazia sarebbe in pericolo perché una maggioranza vuole riformare i poteri del Senato, salvo referendum abrogativo, ma di un referendum che aveva fatto (2005) una scelta su che cosa siano i bambini e come vadano difesi, perfettamente smantellato dall’attivismo giudiziario e lobbistico, se ne fottono tutti.

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