Lettere al Direttore Il Foglio 26.8.2014

11 mesi in gabbia senza processo, persecuzione a rate

1-Al direttore - Scrive Aldo Cazzullo che “nascondere che Comunione e liberazione debba superare una crisi sarebbe sbagliato e controproducente”. Leggo che per Cazzullo a Cl si dovrebbe “consigliare una netta presa di distanza dalla politica e dagli affari”. Tra le righe non so leggere, ma è palese che il pensiero dell’autorevole Cazzullo non è inviso a tanti ciellini, di fascia alta e bassa. Però, sentirselo spiegare così da Cazzullo, Gesù, è impagabile. E’ un sacco di anni, più di venti almeno, che non passo dal Meeting. Ci vado oggi. Punto molto sulla chance di non farmi riconoscere da Cazzullo.

Maurizio Crippa

2-Al direttore - Eroina russa della Resistenza francese, la principessa Vera Obolensky, arrestata dalla Gestapo il 17 dicembre 1943, torturata a lungo, non confessando mai niente ai suoi carnefici, fu decapitata con una mannaia il 4 agosto 1944 nella prigione di Plötzensee a Berlino.

Gabriel Matzneff

3-Al direttore - C’è un reato che compare e scompare, esiste e non esiste: non nasce nel codice, ma lo hanno inventato i magistrati e si chiama “concorso esterno”. Davvero singolare la vicenda di Nicola Cosentino, giunto all’undicesimo mese di carcere (senza che sia stata emessa alcuna sentenza di condanna) per aver esercitato il suo diritto di difesa nel processo. L’accusa era mossa dallo stesso pentito, nei giorni scorsi ritenuto insufficiente e inaffidabile come testimone a carico dell’onorevole Cesaro. Di quel pentito e di altri ancor meno credibili gli avvocati di Cosentino ne avevano vistosamente segnalato in pubblico dibattimento contraddizioni e bugie: dalla legislazione penale prerogativa dei consigli regionali, al voto di scambio senza voto di preferenza e via dicendo. Da allora è come se Cosentino da imputato in attesa di giudizio sia divenuto simbolo del male contro il quale la corporazione debba far comunque “quadrato”. Senza divisione delle carriere e dei ruoli fra chi accusa e chi giudica, il concorso esterno sfugge alla giustizia e si degrada a vendetta (privata e privatistica).

Luigi Compagna

Quella di Cosentino, perseguimento in giudizio a rate, casalesismo come reato potenziale, ha tutta l’aria di una giustizia ingiusta. La carcerazione preventiva, poi, è ingiusta in sé.

4-Al direttore - Vengono dall’Europa, usano i social, fanno shopping nei mall di Birmingham e guardano la Premier league. Sono i miliziani dell’Isis, in una contraddittoria guerra globalizzata, social, capitalista e occidentale. Vinceremo, e un tweet lì seppellirà.

Stefano Basilico

5-Al direttore - Il novello miracolo italiano consiste nel salvataggio massiccio in poche ore di migliaia di immigrati provenienti dalla Libia rovinata dai folli bombardamenti di Sarkozy & Co. che ruppero gli equilibri dell’area e che ora ci costringono a compiere da soli gesta eroiche di salvataggio. Minimo che ci spetta è dedurre le spese di salvataggio dai conteggi europei e, magari, affogare il “Fiscal compact’’ quale secondo imbecille bombardamento della nostra economia. Non bastano le parole per dire quanto sia vigliacca questa parvenza d’Europa in tutte le circostanze difficili.

Giancarlo Politi

Aspetto sempre che i combattenti sarkozisti di Libia, vocianti nell’opinione europea e italiana, si facciano vivi per un rendiconto. Che ne dice Bernard-Henri Lévy?

6-Al direttore - Grazie per il suo fondo di ieri e per aver aggiornato lo straordinario C.V. tra i “soliti noti”. Noi “poveri ignoti” che fine faremmo senza di lei e senza il Foglio? Un saluto.

Antonio Gallo

7-Al direttore - Bando ai tromboni, certamente, che siano noti, poco noti o signori nessuno con voce in capitolo. In realtà la parola proibita, che spazza via tutte le connotazioni anagrafiche e “notoriografiche” è “meritocrazia”, questa sconosciuta. Perché poi alla fine potremmo trovarci giovani ignoti con il solito stupidario sotto al braccio. “Palle o morte”, è il momento che ce lo chiede, a gran voce.

Angela Piscitelli

8-Al direttore - Jacques Attali è un raffinato intellettuale, ma sembra aver perduto la lucidità di pensiero. Non mi capacito delle sue affermazioni, perché come ebreo, e molto colto, conosce bene il concetto di trasgressione e rimorso introdotto dall’ebraismo quale essenza del rapporto fra l’uomo e Dio. Ha ragione nel vedere il rapporto uomo donna in crisi, ma considerarlo retaggio medioevale sembra fuori luogo. Qualunque trasgressione ha per converso il suo rimorso, in tempi anche lunghi e modi differenti. E’ certo che l’uomo, nonostante i tradimenti e l’abbandono di ogni fede, ha un limite, che è quello della propria natura. Se la viola prima o poi deve ritornare a Canossa.

Franco Bolsi

9-Al direttore - Una delle peggiori malattie dell’occidente, la banalità del bene.

Paolo Repetti

Il bene di per sé è sempre originale e consolante, necessario e vincitore, diciamo che è mal rappresentato.

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