Lettere al Direttore Il Foglio, 28.8.2014

Se Gödel credeva negli spiriti, credo nei miracoli

di Matteo

1-Al direttore - Laggiù in Arizona, una bimba di nove anni, al corso per l’uso delle armi (armi: mica danza o tennis o catechismo), ha accoppato con la mitraglietta (Uzi automatica, mica la Barbie) il suo professore di grilletto. Conclusione di fine corso: istruttore così così, diligente l’allieva.

Stefano Di Michele

2-Al direttore - Sugli 80 euro avete ragione sia lei sia Cazzola. I veramente poveri, nei momenti di crisi o di guerra, non sono razionali, il denaro “inatteso” finisce sempre sotto il materasso. “As sa mai” dicevano i miei genitori.

Riccardo Ruggeri

3-Al direttore - Kurt Gödel – il più grande logico di tutti i tempi insieme ad Aristotele, Leibniz e Hilbert – credeva negli spiriti (Pierre Cassou-Noguès, “I demoni di Gödel”, Bruno Mondadori, 2008). Allora anch’io posso credere nei miracoli di Renzi.

Michele Magno

3-Al direttore - Il termine autunno caldo ogni anno viene ripreso, annunciato, quasi una minaccia che attende gli italiani al ritorno dalle vacanze. A giudicare dall’insistenza e dalla serietà che accompagnano ogni autunno è a rischio di sommosse popolari, palazzi del potere messi a ferro e fuoco, rovesciamento dell’ordine costituito. Non accade nulla del genere, l’autunno caldo, rovente, bollente non porta nulla di nuovo, al massimo qualche sindacato organizza uno sciopero particolarmente nei trasporti pubblici urbani, che causano ormai disagi limitati alle utenze, per protesta contro questioni antiche irrisolte e che poco o nulla hanno a che fare con la situazione attuale. Matteo Renzi può continuare a stare sereno se questo autunno sarà caldo, come previsto e come auspicato da lui stesso in risposta al clima di questa non-estate, nella misura in cui sono stati caldi tutti quelli precedenti. Anche se dovesse esserci una replica delle manifestazioni dei forconi di dicembre non accadrà nulla. L’attitudine alla ribellione degli italiani è perennemente nei dintorni dello zero assoluto e da quei livelli difficilmente si sposterà ancora per molto tempo, nonostante non ci sia nulla che va per il verso giusto.

Annibale Cagiru

4-Al direttore - Siam passati dalle tre “i” (informatica, impresa e inglese) di Berlusconi alle due di Renzi (informatica e inglese). Siamo proprio in recessione.

Lucia Marinovic

5-Al direttore - Secchiata di ovvietà egoiste da Langone. Come può giudicare con che animo il suo prossimo fa uso della beneficenza? Furbescamente contrappone il discutibile Gino Strada alla nonna in ospizio. Uno dei vantaggi della globalizzazione è poter soccorrere anche chi non vedi. E il samaritano era il prossimo dello sconosciuto che soccorse.

Paola Ceva

Si è occupato della beneficenza come obbligo, evento e moda, che è discorso diverso dal passo in parabola del buon samaritano.

6-Al direttore - La frase che mirabilmente sintetizza il senso del suo lavoro, come sempre fuori dal coro, sulle dolorosissime ragioni di Israele, è la risposta che Pio XII dette ai rappresentanti del governo Mussolini che gli preannunciavano le leggi razziali nei confronti del popolo ebraico in Italia: “Come possiamo essere concordi noi su quanto ci venite prospettando; noi siamo ebrei, siamo figli degli ebrei, essi sono i nostri fratelli maggiori nella fede, il Nuovo Testamento non avrebbe senso senza il Vecchio Testamento ebraico”. Con gratitudine.

Andrea Santachiara

7-Al direttore - A proposito dell’articolo di Meotti su islam e occidente. La chiesa si è già compromessa con il secolo. Al contrario nessuna composizione si vede come possibile tra islam ed etica laica occidentale. L’islam si assume come entità politico-sacrale, come ethos che trascende il relativismo occidentale. Una lettura politico-teologica porta a ritenere che il nihilismo non sia quello islamista (che crede in un Dio trascendente) ma quello laico-borghese che non crede più a nulla. In tale ottica si deve inquadrare il concetto di obbedienza islamica (obbedisco in quanto riconosco che ci sia un’entità superiore) che svilisce la libertà laica (priva di responsabilità in quanto disancorata da valori trascendenti). L’islam è a oggi ir-riducibile a una morale laica che non ha fini spirituali, che si qualifica di per sé come moralmente buona e sicura (sine cura) di poter unicamente amministrare la politica e la storia senza alcun progetto di fondo.

Francesco Patini

8-Al direttore - A proposito dei schizzinosi leader nordeuropei, non vedo l’ora che si concretizzi il global warming (adesso si preferisce dire climate change, perché non si capisce più se la temperatura si alza o si abbassa), quando i ghiacci del Polo nord si scioglieranno e i loro paesi verranno invasi dagli orsi polari.

Daniel Mansour

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