Lettere al Direttore Il Foglio 1.9.2014

Giudicati entro il maggio 2017, e il grosso sarà già

prescritto

1-Al direttore - “Saremo giudicati a maggio 2017”. E il grosso sarà già prescritto.

Maurizio Crippa

2-Al direttore - E’ senz’altro vero che, come scrive con la solita efficacia l’Elefantino lunedì 1° settembre, Renzi ha già metà del piede nella tagliola. Le omissioni e i gravi ritardi nell’azione di politica economica ne sono la principale ragione. Le misure proposte dall’Elefantino, che implicano riforme strutturali, andrebbero discusse, su di esse esistendo posizioni dissenzienti, accanto a quelle concordanti. Ma il problema prioritario è ora quello di accompagnare le necessarie riforme di struttura con interventi “illico et immediate”: e qui l’azione del governo è impaniata nel miraggio della flessibilità delle regole europee, della quale non è stato ancora in grado di dire in cosa consista, con la conseguenza di avere alimentato un dibattito senza per ora costrutto, anzi allargando i dissensi, come si vede dalle posizioni della Merkel e di Schäuble versus Draghi. Molto meglio sarebbe battersi apertamente per conseguire per tutti i partner una moratoria di uno o due anni nell’osservanza di uno o più vincoli (il 3 per cento del rapporto deficit/pil, il pareggio strutturale di bilancio, la regola del debito). E, comunque, adesso è cruciale agire sulla domanda aggregata. E’ il breve termine che rischia di allargare le ganasce della trappola per imprigionare tutti e due i piedi, a dispetto delle parole e della bravura nel comunicare (senza grande sostanza). Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

3-Al direttore - Scrive l’Unità sul sito web il 30 agosto a proposito della nota sentenza: “Adesso le due mamme sono uguali non solo nel cuore della loro figlia ma anche dinanzi alla legge. La sentenza è storica e mette sullo stesso piano, senza discriminare e dunque nel rispetto della Costituzione, le coppie di fatto etero e quelle omosessuali”. Quindi per l’Unità la sentenza, autorizzando l’adozione di bimbi a coppie gay introduce automaticamente il matrimonio omosessuale e annulla l’art. 29 della Costituzione. Cordiali saluti.

Vittorio Colavitto

4-Al direttore - L’Europa deve fermare i barbari del vicino oriente anche con l’aiuto della Russia. Frau Merkel si dedichi a mediare fra Russia e Ucraina una pace onorevole poiché conosce bene l’anima slava per i suoi trascorsi in Ddr e non disturbi il manovratore Draghi. Digerisca poi, insieme a Schäuble, il rospo del “Quantitative easing” quale unica alternativa per la crescita. Finché dura Draghi abbiamo tempo per riforme strutturali in Italia; dopo la sua scadenza in Bce sarà meglio uscire di botto dalla moneta unica per non rimanerne straziati come la Grecia.

Giancarlo Politi

5-Al direttore - Desidero ringraziare Carlo Panella per aver indicato a Andrea Riccardi alcune verità che possono essere riassunte, secondo me, nelle due sue affermazioni: “Non si dialoga senza chiarezza. Non si dialoga con le omissioni”. Capiranno gli ecumenisti?

Gianni Del Zoppo

6-Al direttore - Il rinvio della riforma della scuola mostra per la prima volta un Matteo poco coraggioso o, come mi ha detto mia moglie, con rispetto, “senza le palle per una riforma importante”. Vien da pensare che  la scuola (e sindacati) in Italia sia(no) intoccabile.

Massimiliano Perri

7-Al direttore - La riforma della giustizia civile, che il governo Renzi ha introdotto per decreto legge, mostra un paio di aspetti grotteschi. Il primo: demandare la risoluzione delle cause pendenti a un collegio arbitrale è la prova della totale sfiducia che persino un governo (formalmente) di “sinistra” ha nei confronti della capacità e della adeguatezza della magistratura italiana nello svolgere il compito demandato al sistema giurisdizionale. Il secondo: se una causa può essere decisa in poco più di un mese da un collegio arbitrale composto da avvocati, perché quella stessa causa non può essere decisa dal giudice? Mi pare che il nostro governo abbia dimenticato che il sistema giudiziario è sostenuto economicamente dai cittadini sia con la fiscalità generale sia con i contributi (oggi salatissimi) versati per iniziare le cause. Perché mai, a fronte della inefficienza del sistema, i cittadini dovrebbero poi pagare tre avvocati per ottenere quello per cui hanno già pagato in anticipo allo stato? 

Angelo D’Addesio

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