Mogherini: “Colpa di Mosca se non è più partner”.

La Nato si rafforza a Est, Mosca: “Pronti a reagire”

La responsabile degli Esteri Ue: «Venerdì la decisione sulle sanzioni». Il piano dell’Alleanza Atlantica scatena la reazione del Cremlino: «Rivedremo la nostra strategia militare»

02/09/2014, La Stampa

Sul campo la battaglia continua, ma il dibattito sulla crisi ucraina si è spostato sul piano diplomatico. E a due giorni dalla sua nomina interviene anche il neo ministro degli Esteri Ue Mogherini spiegando che le parole del presidente tedesco Joachim Gauch sul fatto che la Russia ha messo fine di fatto alla partnership strategica «sono l’instantanea del momento e fotografano perfettamente la situazione» dei rapporti tra Russia e Ue. Federica Mogherini aggiungendo che «non esiste più un partenariato strategico, per scelta di Mosca». «In futuro - ha aggiunto - è chiaro che sarebbe nel nostro interesse cercare le condizioni» per ricreare il partenariato, ma «non è la situazione attuale per scelta di Mosca», ha aggiunto.

L’altro fronte caldo è quello delle sanzioni. Mogherini spiega che il lavoro del Coreper (il comitato degli ambasciatori rappresentanti dei 28) è già iniziato e si ritroverà per decidere interventi «nel settore finanziario, armi e tecnologie» e «per allungare la lista» di persone e entità colpite. «La decisione verrà presa venerdì».

Il giorno dopo il fallimento dell’offensiva di Kiev per riprendere i territori a Est, la tensione resta in Ucraina e la Russia punta il dito contro la Nato colpevole di «esasperare le tensioni», con il progetto di schierare truppe nella regione orientale dell’Europa. Mosca assicura che «agirà di conseguenza» e rivedrà la propria strategia militare nel caso in cui dovesse arrivare il via libera al cosiddetto Rap (Readiness Action Plan, piano di intervento rapido) che riscrive le regole di risposta dell’Alleanza Atlantica: una cura dimagrante delle linee di comando, con più esercitazioni, più integrazione, più preparazione di scenari, più prontezza di reazione, anche a quelle che i militari Nato chiamano «guerre ibride» o «guerre alla Putin» fatte pure di propaganda, destabilizzazione politica ed uso dei social media.

«Non c’è una soluzione militare» alla crisi ucraina, ha spiegato il segretario generale dell’ Onu Ban Ki-moon che durante una visita in Nuova Zelanda ha voluto mettere in guardia l’Occidente contro i pericoli di una escalation militare. «Un dialogo politico per una soluzione politica - ha aggiunto il segretario Onu - è il cammino più sicuro» per evitare una «situazione caotica e pericolosa» dalle conseguenze «regionali e mondiali».

L’avvertimento di Ban Ki-moon, indirizzato ai 28 capi di Stato dell’Alleanza atlantica che dovranno adottare al summit di giovedì e venerdì un piano di reazione in risposta all’intervento russo, arriva a seguito delle preoccupazioni espresse dal premier polacco Donald Tusk, appena nominato presidente del Consiglio europeo, che commemorando il 75/mo anniversario dello scoppio del secondo conflitto mondiale aveva messo in guardia dinanzi al ripetersi dello scenario del settembre 1939, ovvero dell’invasione nazista della Polonia.

Ma in Europa sono in molti, ormai, a considerare il conflitto tra Mosca e Kiev come una vera e propria guerra. Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel lo ha ammesso in un discorso davanti al Bundestag: «È ormai chiaro che non siamo di fronte a un conflitto all’interno dell’Ucraina, ma ad uno scontro fra la Russia e l’Ucraina», ha sostenuto, ricordando la preparazione di «nuove sanzioni sostanziali» da parte della Ue. Sanzioni a cui ha annunciato di volersi allineare anche l’Australia, per bocca del primo ministro Tony Abbott.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata