Lettere al Direttore Il Foglio 11.9.2014
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Cheney per l’Economist era un Andropov, Obama
è un Gorby
1-Al direttore - Intrigante questa nuova architettura europea, per la prima volta un commissariato all’Economia.
Maurizio Crippa
2-Al direttore - Le statistiche parlano chiaro: la percentuale di matrimoni gay nei paesi dove è stato introdotto per legge il matrimonio tra persone dello stesso sesso è irrisoria rispetto al totale delle unioni. E anche in valore assoluto, si tratta di numeri tutto sommato modesti. Questo a riprova del fatto che spesso e volentieri la realtà è ben diversa da come viene raccontata, e che obiettivi e interessi delle varie lobby sono forse altri rispetto a quelli dichiarati. Lo tengano presente i 253 partecipanti al prossimo Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia. Perché c’è qualcosa che non torna nei discorsi che si sentono, soprattutto sulla questione dei divorziati risposati. Punto primo: di che cifre stiamo parlando? Siamo proprio sicuri che ci sia tutta questa folla che bussa alle porte delle chiese? O non piuttosto si tratta di una minoranza, la cui situazione viene surrettiziamente enfatizzata dal partito di quanti, in primis dentro la chiesa, premono perché si cambi la dottrina essendo questo, e solo questo, l’obiettivo? Punto secondo: il refrain che va per la maggiore suona più o meno così: se la gente divorzia e si risposa, e soffre non potendo fare la comunione, è la chiesa che deve fare mea culpa, ovviamente rivedendo la sua posizione sul tema. Anche qui, siamo sicuri che sia tutto così semplice e che la soluzione sia abbassare l’asticella? O non piuttosto che occorra aiutare le persone a superarla, l’asticella, rievangelizzando la società? Detto altrimenti: è il modello Aronne che si vuole seguire, mettendosi dalla parte del popolo, o non piuttosto il modello Mosè, che al contrario scelse di stare dalla parte di Dio, guidando il popolo dove e come Lui voleva?
Luca Del Pozzo
Mosè e Aronne sono un modello un po’ forte per il mondo postmoderno, ma per il resto lei ha semplicemente ragione. Bisogna aggiungere: ama, dilige, e fa’ ciò che vuoi, ma non rompere i coglioni ai sacramenti.
3-Al direttore - Per il Corriere della Sera, l’indipendenza della Scozia è data per assodata. Si saranno affidati ai consigli di Beppe Severgnini?
Stefano Veronese
4-Al direttore - Ci risiamo, ancora una volta per il momento la riforma della scuola si traduce in 30 mila, più o meno, nuove assunzioni. Di cui cinquemila addirittura “personale Ata”, bidelli, addetti alle fotocopie e chi più ne ha più ne metta. Posti fissi e burocrazia. Più che Giannini, il ministro Gian Burrasca.
Fedele Massoleri
5-Al direttore - Sembra che Alfano, durante le trattative tra FI e Ncd per la presentazione di liste comuni alle prossime elezioni regionali, abbia chiesto per sé un “ruolo di spicco”. Ma, di grazia, cosa pretende se, notoriamente, non ha nemmeno il famoso “quid”?
Vincenzo Covelli
6-Al direttore - Spero che il Foglio voglia pubblicare – al più presto – il testo dell’intervento di Dick Cheney alla conferenza dell’American Enterprise Institute, “L’11 settembre e il futuro della politica estera americana”, quale risposta di un “pieno” al “vuoto” di Obama.
Alberto Bianchi
Sarà fatto, credo, vedo la Peduzzi già china sulle sue meravigliose carte. Ho ascoltato Cheney a una Convention nel 2004, l’Economist disse che il suo discorso tutto pomp & circumstance era degno di Andropov. Complimento migliore non era possibile, malgrado l’intenzione. E la parabola di Obama lo dimostra: lui sembra Gorbaciov, per retorica e risultati.