Finalmente una buona notizia, il made in Italy

è in crescita

di Massimo Tosti , Italia Oggi 2.10.2014

Ci sono figli e figliastri in Europa. Noi italiani (i negletti) dobbiamo rispettare i parametri di Maastricht che impongono un rapporto del 3% fra deficit e pil. Loro, i francesi, annunciano con orgoglio che quest'anno arriveranno al 4,4% e che il 3 sarà rispettato soltanto fra tre anni, alla fine del 2017 (la stessa data nella quale noi ci siamo impegnati a raggiungere il pareggio di bilancio). Questa differenza di trattamento ci pesa addosso proprio durante il semestre di presidenza italiana nell'Unione. Resta da domandarsi se non sarebbe stato meglio rinunciare al semestre, regalandolo alla Francia. Probabilmente ci sarebbe stata una maggiore tolleranza nel rispetto dei parametri. Hollande sarebbe risultato più convincente (nella sua spavalderia) di Matteo Renzi. «La Francia», ha dichiarato ieri mattina il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, «si è assunta le proprie responsabilità» in materia di conti pubblici, adesso tocca all'Unione europea «assumersi le proprie, di fronte alla scarsa crescita e al rischio deflazione». Sapin che illustrava la legge di bilancio francese, ha precisato che il suo messaggio era diretto in particolare «ai Paesi in surplus», vale a dire alla Germania. Il suo slogan è stato: «Allentare la cinghia, ma senza strozzare i cittadini». È l'esempio al quale dovremmo ispirarci. È vero che gli esperti economici disegnano a tinte fosche l'avvenire dell'Italia, ma se Renzi si dimostrerà fedele all'ottimismo del coraggio che esibisce in tutte le manifestazioni pubbliche, i gufi economici possono essere smentiti. Anche perché, fra le maglie dei tanti indici con i quali gli economisti ci deprimono quotidianamente, ogni tanto ne appare qualcuno di segno opposto (che però non ottiene la stessa pubblicità di quelli pessimistici). Ieri, per esempio, ne è comparso (soltanto per un attimo) uno confortante. Il nostro manifatturiero è in crescita (a differenza di quello francese e di quello tedesco). In tempi di fiducia sarebbe stato organizzato un brindisi nazionale per salutare questa notizia, ma adesso siamo troppo mortificati per trovare la forza di alzare il calice. «Alla faccia dei gufi», dovrebbe urlare Matteo, prima di ubriacarsi.

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