PASSIONI DI PRIMO PELO - NON SOLO LE BABY ESCORT

DEI PARIOLI E LE PISCHELLE DEL FOTTO-GRAFO FUSCO,

A ROMA I CASI DI PROSTITUTE MINORENNI SI SONO QUADRUPLICATI IN UN ANNO

Negli ultimi dodici mesi le baby prostitute risultano 190, mentre lo scorso anno erano appena 35. E si ipotizza un’ulteriore crescita del fenomeno del 146% per il 2015 - A sorpresa, la seconda città che si impone in questa “black list” del sesso vietato è Civitavecchia…

Grazia Longo per “la Stampa” 8 OTT 2014 13:02

Lolite a tratti ingenue, a tratti disincantate che si vendono online, nei festini delle discoteche o fuori dai locali più fashion della capitale. Adolescenti con storie difficili alle spalle, ma anche altre cullate in un ambiente economico borghese e quasi ricco, seppur povero dal punto di vista etico e sociale.

È drammaticamente impietosa la fotografia della prostituzione minorile che emerge da una maxi inchiesta della procura di Roma sulla crescita esponenziale del fenomeno. Non stiamo parlando dell’inchiesta sulle tristemente note baby squillo dell’esclusivo quartiere Parioli, ma di un fenomeno con numeri da capogiro.

Negli ultimi dodici mesi le baby prostitute risultano 190, mentre lo scorso anno erano appena (si fa per dire) 35. In altri termini, si è registrato un incremento del 442% . Avete letto bene: la diffusione di questa piaga sociale è quasi 5 volte superiore all’anno scorso. E non finisce qui. Come non bastasse già questo dato, l’inferno a luci rosse è destinato a lievitare oltre misura. Le previsioni del pool fasce deboli, guidato dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, fanno paura. Si ipotizza, infatti, un’ulteriore crescita del fenomeno del 146% per il 2015.

Il focus della procura di Roma comprende l’intero distretto della Corte d’Appello di Roma, in sostanza l’intera Regione Lazio. Ma gli episodi sono concentrati nella capitale per ben il 90% dei casi. Ampio e vario lo spaccato dei clienti, che oscilla dai facoltosi imprenditori, a studenti poco più giovani delle ragazzine, a uomini pronti a spendere cifre tra i 100 e 1000 euro, ma anche molto di più, per accompagnarsi a ragazzine magari fisicamente procaci, ma che in realtà sono poco più che bambine.

Con tutti i danni psico-fisici che devastano queste giovanissime prede di maschi indifferenti alla loro minore età. E se la stragrande maggioranza delle ragazzine si vende nella capitale, la seconda città che si impone in questa «black list» del sesso vietato è Civitavecchia.

La Procura di Roma, avvalendosi della collaborazione delle forze dell’ordine - carabinieri e polizia postale in testa - è pronta a dare battaglia e a non concedere tregua agli sfruttatori, ma anche ai clienti delle ragazzine. Si tratta di indagini delicate e complesse perché, mentre nella circostanza specifica dei Parioli c’erano un appartamento e degli sfruttatori ben individuabili e individuati, nel caso della prostituzione attraverso la Rete (bakecaincontri.com regna incontrastata sugli altri siti online) la caccia all’orco si fa più ardita. Più delimitati e circoscrivibili, sono invece i casi che si consumano vicino a discoteche o a locali dove l’happy hour prolungato si trasforma in un’occasione per stipulare «contratti», incontri a luci rosse a pagamento.

L’attenzione del pool fasce deboli è, comunque, talmente alta da intensificare notevolmente l’attività investigativa di prevenzione. Il tema è stato peraltro inserito nella relazione che l’aggiunto Monteleone consegnerà per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, in programma il prossimo gennaio. E per farsi un’idea di ciò che può accadere a clienti e sfruttatori, il termine di paragone è sempre il caso delle quindicenni dei Parioli, dove si contano una sessantina di clienti.

La procura ha appena accolto la richiesta di patteggiamento per quattro di loro, chiedendo la condanna a un anno di reclusione e oltre mille euro di multa. Mentre Mirko Ieni, ritenuto il «dominus» del giro di prostituzione, è stato condannato a dieci anni. Nello stesso processo sono stati condannati la madre di una delle due ragazzine (sei anni), Nunzio Pizzacalla (sette anni), Riccardo Sbarra (sei anni), Marco Galluzzo (tre anni e quattro mesi), Michael De Quattro (quattro anni).

Un processo ordinario si delinea invece per Mauro Floriani, dirigente di Trenitalia e marito della senatrice di Forza Italia Alessandra Mussolini e per Nicola Bruno, figlio di Donato, parlamentare di Forza Italia. Per loro, oltre ad altri clienti, è stata chiesta una proroga di indagini.

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