Lettere al Direttore Il Foglio 8.10.2014

I media sinodali, camminano insieme. E dicono banalità

1-Al direttore -  “It’s better to burn out, that to fade away”. Così stava scritto sul biglietto di addio di Kurt Kobane, prima di suicidarsi nelle mani del Califfo.

Maurizio Crippa

2-Al direttore - Nel discorso al clero di Roma del 14 febbraio 2013, Benedetto XVI parlò di un “concilio virtuale”, cioè del concilio dei mezzi di comunicazione, addirittura più forte di quello reale, che “ha creato tante calamità, tanti problemi, realmente tante miserie…”. A distanza di mezzo secolo la musica, a quanto pare, non è cambiata. Anche ora infatti è all’opera un “sinodo virtuale” con lo stesso obiettivo di allora: condizionare la discussione, le scelte e la ricezione dei lavori sinodali dentro e fuori la chiesa. Anzi, si può dire che il “sinodo virtuale” di oggi altro non è se non la prosecuzione con altri mezzi del “concilio virtuale” di ieri di cui parlava Ratzinger. Il refrain è lo stesso: i tempi sono cambiati, la chiesa deve adeguarsi ai tempi andando incontro all’uomo contemporaneo. Il che per il teologo (post) cattolico Vito Mancuso e quanti si riconoscono nella sua posizione significa una cosa molto semplice: “I padri sinodali sono chiamati a prendere atto del fatto che la morale ufficiale della chiesa cattolica in ambito sessuale e familiare è ormai una ‘caricatura’”; e che quindi, “chi oggi sostiene ancora il no ai sacramenti per divorziati risposati, il no alla contraccezione, il no ai rapporti prematrimoniali, il no alla benedizione delle coppie gay, è fuori dal mondo nel senso che non ne capisce l’evoluzione”. Dunque secondo costoro è l’evoluzione che conta, il sapersi adattare alla scena cangiante del mondo. Senza una verità, senza più bene e male, senza peccato e redenzione. Una chiesa ridotta a bioparco.

Luca Del Pozzo

Diciamo la verità: la postura dottrinale cattolica in merito alla vita d’oggi è intenibile. Su questo non sbagliano nemmeno i media corrivi. Però è proprio per questa alterità che la chiesa e la fede sono cosa preziosa. Anche per chi ne è fuori, ciò che i laici e i liberali andanti non hanno mai capito. Comunque scrivono che i divorziati sono nel seno della chiesa e le coppie di fatto in odore di santità: è appena ovvio, sono banalità, la comunione spirituale è fuori discussione anche per gli assassini, figuriamoci, e la santità ha la sua prima radice nell’occasione di peccato, nella tentazione.

3-Al direttore - Sono sempre di grande interesse la profondità e la padronanza con le quali Ella affronta i momenti più complessi e tormentati della vita della chiesa. Da ultimo, tuttavia, il titolo del commento dell’Elefantino “Il Papa contro l’intelligenza”( il Foglio del 7 ottobre) è un po’ forzato, poiché appare difficile sostenere che il Pontefice che nella prima giornata del Sinodo ha fatto appello alla necessità, per tutti, della “parresia” – non dell’ascolto, bensì del parlare chiaro, del fare scorrere ogni cosa – possa essere anche il Pastore che programmaticamente nutre diffidenza verso l’intelligere. Il contrasto tra i due sentimenti è evidente, a meno che non si voglia ritenere l’invito perentorio a parlare con franchezza e a esporre la verità che a ciascuno sembra essere tale come subordinato a una priorità, che sarebbe l’ascolto, non il dibattito. Ma non credo che così si sia nel giusto. In ogni caso, quello dell’Elefantino resta pur sempre un nuovo stimolo a discutere di una materia assai delicata (e non solo a leggere o ad ascoltare, come faccio con questa lettera).

Angelo De Mattia

Paradossale, il titolo, ma non sbagliato, caro De Mattia. Il Papa chiede si dia libero corso alla lingua dello spirito, ma quella delle idee chiare e distinte, lo ha detto il giorno prima, la sconsiglia vivamente.

4-Al direttore - Forse non se ne sentiva il bisogno ma il buon Matteo ha (quasi) compiuto l’opera: dopo il discorso di Assisi, manca solo l’ufficializzazione e il presidente del Consiglio potrà fregiarsi (anche) del titolo di patrono/restauratore d’Italia. Per il titolo di santo, invece, pare manchi solo un miracolo: la Santa Sede ha già fatto sapere che la resurrezione dell’Amor Nostro non vale. Con stima (e rispetto massimo per il Soglio petrino).

Massimiliano Perri

5-Al direttore - Un boy scout di ferro, magnifico sarebbe. Anche fosse li lega leggera, andrebbe bene. Basta che rimetta i sindacati al loro posto, posto che non hanno mai occupato, e diventerà uno statista coi fiocchi.

Mario Solcioni

Il ragazzo ci deluderà, sempre il fanciullo delude, Mozart a parte. Il potere delude. Ma se stiamo qui a grattarci con le delusioni future, addio core, come si dice a Roma. Si constati: è un bel tipaccio.

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