Lettere al Direttore Il Foglio 15.10.2014

Povero Calvero, con quel casco da scooterista,

e senza pala

1-Al direttore - Anche stavolta c’avevamo visto giusto: sta scoppiando il Vandana Shisma.

Maurizio Crippa

1-Al direttore - Occorre riconoscere che Matteo Renzi è il primo segretario del Pds-Ds-Pd che “cerca di farsi una ragione’’ delle proteste e degli scioperi della Cgil. Prima di lui, i rapporti tra i vertici del partito e il suo “azionista di riferimento’’ erano caratterizzati da penitenti signorsì. Bastava che Sergio Cofferati, il Cinese, rilasciasse una severa intervista a Massimo Giannini sulla  Repubblica, che i belati di Guglielmo Epifani – detto il giovane Werther –  fossero un po’ più sostenuti del solito  o che lo sguardo di Susanna Camusso apparisse più accigliato e ombroso per determinare clamorose “inversioni a u’’ nelle scelte del partito e delle clamorose retromarce da parte dei governi di centrosinistra. Per il Pd, misurarsi con uno sciopero della Cgil sarà una prova del fuoco decisiva. Si porranno tanti casi di coscienza, meritevoli di considerazione e rispetto. Ma tutti i militanti (anche gli ex sindacalisti approdati in Parlamento) dovranno scegliere con chi stare. Dopo aver subìto senza traumi, autodafé, mal di pancia uno sciopero della Cgil, il Pd si sarà guadagnato le stimmate di partito di governo.

Giuliano Cazzola

2-Al direttore - Altri arresti per Expo. Intanto i fondi della giustizia per Expo continuano a essere assegnati senza gare anche se il valore degli appalti è superiore a 40 mila euro. Dal Tribunale di Milano, lo stesso che arresta per turbativa d’asta. Chi controlla i controllori?

Frank Cimini

3-Al direttore - Cojonata per cojonata: se almeno avesse proposto il referendum per tornare al Sesterzio…

Roberto Iossa

Poveretto Calvero, con quel casco da scooterista, quella prosopopea di salvatore di Genova: vieni a spalare, gli hanno gridato dietro.

4-Al direttore - Cronaca di una svolta annunciata? Tutti i giornali all’unisono strillano le aperture del Sinodo su omosessuali e divorziati risposati. Staremo a vedere. Nel frattempo, nella stessa Relatio post disceptationem del cardinale Erdö si possono leggere anche i seguenti passaggi, di cui curiosamente non c’è traccia su certa stampa: “La chiesa peraltro afferma che le unioni fra persone dello stesso sesso non possono essere equiparate al matrimonio fra uomo e donna”. E ancora: “Non è nemmeno accettabile che si vogliano esercitare pressioni sull’atteggiamento dei pastori o che organismi internazionali condizionino aiuti finanziari all’introduzione di normative ispirate all’ideologia del gender”. Non solo. Ma ha fatto di nuovo capolino, dopo decenni di fango e sputazzate, nientemeno che l’Humanae Vitae di Paolo VI, a proposito di “apertura incondizionata alla vita” e dei tanto famigerati “metodi naturali”. Chissà, forse anche nel Sinodo, come per le unioni civili, le convivenze, ecc., sarà possibile rintracciare quei semi del Verbo sparsi oltre i suoi visibili e sacramentali.

Luca Del Pozzo

Vedremo, per ora sono botte. Da orbi.

5-Al direttore - Questa nuova generazione di politici e amministratori locali del vanesio bene comune: bravissimi con i selfie, i tweet, i post, con lo sharing, il bike-sharing, il car-sharing, con la e-democracy, la partecipazione, la trasparenza. Poi sentono parole come “dissesto”, “cantiere”, “progetto esecutivo” e rimangono a bocca aperta; e le città si allagano.

Domenico Mazzone

6-Al direttore - Mi piaceva il Foglio quando era tutto Berlusconi. Ora che è tutto Renzi mi piace meno. La politica non segue Duchamp e Warhol: c’è una grossa differenza tra l’originale e la (brutta) copia!

Manfredi Piccolomini

Io lo trovo identico a sé stesso. Mai così intensamente berlusconiano come adesso.

7-Al direttore - Sull’ultimo numero della Rivista internazionale di filosofia del diritto, Paolo Grossi tesse un grande elogio di Gustavo Zagrebelsky per aver saputo dalla propria idea originaria di “diritto mite” approdare all’affermazione di un diritto forte, anzi fortissimo, della nostra Costituzione, della nostra Corte costituzionale, del loro presumersi braccio secolare e al contempo spirituale del nostro ordinamento. Eppure Costituzione, Corte costituzionale, costituzionalismo implicherebbero una filosofia che abbia il senso e la misura dei propri limiti: al modo di Giuseppe Capograssi più che di Gustavo Zagrebelsky.

Luigi Compagna

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