Marco Pantani, aperta un'altra inchiesta: l'ombra

della Camorra dietro la morte del Pirata

17 ottobre 2014lIbero

Un'altra inchiesta indaga sulla morte tragica e sospetta di Marco Pantani: dopo la procura di Rimini che ad agosto ha riaperto a sorpresa l'indagine sulla morte del pirata, il procuratore capo Sergio Sottani a Forlì ha aperto un fascicolo sui fatti mai chiariti di Madonna di Campiglio del 1999, il capolinea della carriera ciclistica del ciclista romagnolo. Associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e alla truffa, questo il reato ipotizzato da Sottani e dal sostituto procuratore Lucia Spirito. Si indaga su complotti inquietanti, minacce, manipolazioni del circuito delle scommesse clandestine, con l'ombra della Camorra, come scrivono oggi Marco Mensurati e Matteo Pinci su Repubblica.

La provetta - L'ematocrito alto (51,9 e 1,9 sopra il limite di tolleranza) è sotto accusa, una provetta che quel tragico 5 giugno 1999 Marco Pantani non aveva scelto personalmente e che era stata portata via in una tasca della giacca del medico (violazione del protocollo, in altri termini si sarebbe potuto invalidare il test). Una provetta forse surriscaldata, in modo tale da falsare, per colpa o per dolo i valori dell'ematocrito (sangue deplasmato, per dirla in gergo tecnico). Il Giro riparte quindi senza Marco Pantani, un esclusione che però fa discutere in quanto già la sera prima del controllo fatale i componenti della squadra avevano raccontato di aver ricevuto minacce per far fuori il Pirata dalla corsa. Ma chi aveva interesse a sbarrare la strada al campione di Cesenatico al successo del Giro?

Scommesse clandestine - E' qui che, a Giro quasi concluso e col pirata fuori gioco, il giro delle scommesse clandestine entra prepotentemente in gioco: Gotti e Savoldelli all'epoca valevano 10 e 15 volte la posta ed erano nomi piuttosto gustosi per i pronostici (la doppia puntata, nella peggiore delle ipotesi, garantiva l'incasso). Pronostici su cui pesa ora l'ombra della Camorra (ai tempi la Snai non c'era). In questa già intricata vicenda si inserisce pure Renato Vallanzasca, il noto bandito Comasina che anni fa raccontò in una lettera alla madre di Pantani la storia di quella volta in carcere quando fu avvicinato da un detenuto, un conoscente con frequentazioni nel giro nel giro delle scommesse clandestine, che garantì allo stesso Vallanzasca: "Renato, se hai qualche milione da buttare puntalo sul vincitore del Giro. Non so chi vincerà, ma sicuramente non sarà Pantani". Ambienti vicini alla camorra, ambienti torbidi, poco chiari, ambienti dai quali Pantani ha sempre giurato di esser stato "fatto fuori". Con questo materiale la procura di Forlì avrà a che fare nei prossimi mesi e cercherà un nesso tra questi fatti e quella morte così strana, consumatasi in quel residence di Rimini, cinque anni più tardi.

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