C'è la necessità «di migliorare le istituzioni

esistenti o di crearne di nuove per difendere e proteggere

quelli che in questa fase di transizione si trovano a perdere il posto di lavoro». A dirlo il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, in occasione del sessantesimo anniversario del Mulino. L'obiettivo finale, aggiunge, non deve essere la difesa del posto di lavoro ma del lavoratore. L'inquilino di Palazzo Koch prende spunto dallo studio di due ricercatori dell'Università di Oxford, secondo cui il 47% degli attuali posti di lavoro negli Stati Uniti sarebbe a rischio di essere automatizzato nel giro di un paio di decenni.

Analoghe stime, a cura del centro studi Bruegel, producono valori anche superiori al 50% per i principali paesi europei, inclusa l'Italia.

«Si rimane impressionati da questi dati», spiega Visco. Ma, aggiunge riferendosi al passaggio dall'economia agricola a quella manifatturiera, «non è che questi cambiamenti nella storia non ci siano mai stati. Si tratta, dice ancora il governatore, di «fenomeni anche gestibili», a patto che che ci siano «aggiustamenti in altri settori che possiamo immaginare e prevedere».

In particolare, per Visco, molte opportunità nel nostro Paese sono nei servizi, «perché sono molto arretrati, sia sul lato della domanda che dell'offerta». In questo contesto «punto cruciale è come difendere i lavoratori nella transizione: ci vogliono sistemi non di difesa del posto di lavoro ma del lavoratore, sistemi di sicurezza sociale che vanno rivisti e ripensati. Alcuni parlano di reddito di cittadinanza», conclude il governatore, «ma è tutta una questione da esplorare e da rivedere, con un'attenzione che non credo sia limitata al nostro Paese».

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DOCUMENTI

Il testo dell'intervento di Ignazio Visco a Bologna

Analoghe stime, a cura del centro

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