Lettere al Direttore Il Foglio 11.11.2014

Un ospite immondo di talk show replica ai suoi detrattori

1-Al direttore - False le voci sulla morte del califfo. Ha solo detto che forse si dimette.

Maurizio Crippa

2-Al direttore - Ho letto con molta attenzione il bell’articolo di Giulio Meotti “Farisei brava gente”, esauriente e del tutto condivisibile. A tal proposito vorrei aggiungere, a conferma di quanto ha scritto Meotti, un episodio del lontano 2007. Ricorderai forse che in occasione della presentazione del libro di B-XVI (che per l’occasione si firmava Joseph Ratzinger per consentire a chiunque la possibilità di esprimere critiche alle sue tesi e conclusioni), padre Raniero Cantalamessa, che partecipò al dibattito con te e Giorgio Israel, ci fece partecipare a una puntata della sua trasmissione del sabato sul Vangelo, per discutere in particolare la parabola sul Buon pubblicano e il fariseo. Notando la mia perplessità mi rassicurò dicendo che il Papa e lui pensavano che, di fronte al pericolo contemporaneo della religione del fai da te, Gesù oggi avrebbe salvato il fariseo prima del buon pubblicano, perché di fronte alla religione del cuore si doveva riaffermare il valore determinante della religione del rito. Meotti cita poi molto a proposito la posizione di Adolf Harnak, massima autorità teologica del tempo, a favore del Gesù della fede. Al tempo fu è vero Leon Baeck a rispondergli con il suo “Die Pharisäer” ma nel 2001 fu nuovamente l’allora cardinale Joseph Ratzinger, nella introduzione a “L’interpretazione cristiana dei testi sacri ebraici” a riaffermare la scelta del Gesù della storia contro il Gesù della fede, scelta preferita dalla filosofia classica tedesca e dalla teologia protestante, anche e sopratutto perché questa scelta  avrebbe reso impossibile il dialogo con gli ebrei e superflui i libri sacri veterotestamentari. Ricordare queste posizioni vuole essere un modo per ristabilire la verità nei confronti di un grande, vero innovatore contro certe leggende metropolitane che tendono ad affermare il contrario, ignorando del tutto la documentazione dei testi.

Guido Guastalla

3-Al direttore - Vedo che su Twitter, a parte i soliti complimenti, la sua partecipazione al talk di Bernardini su RaiTre è dispiaciuta a molti che le danno di immondo, e questa è l’espressione più gentile. Come se lo spiega?

Enrico Casamassima

Ho detto che sollecitare reazioni emozionali, viscerali, con le oche illegalmente spennate a beneficio della Moncler va bene; basta che trasmettano anche i video dell’aborto a nascita parziale o dell’aspirazione, pratiche legali ma che è consentito, spero, considerare discutibili. Poi, dopo le oche umane, ho detto che il video di Zoro mi sembrava buono per due chiacchiere al bar, non per le prime pagine dei giornali e il Parlamento e le dimissioni del titolare dell’Interno. Vi si vede una manifestazione di lavoratori, a due passi dalla stazione Termini, e si sente un commissario che dice “caricate”, come da ruolo in certi casi, e quattro manganellate quattro: conseguenza una borsa di ghiaccio per un bitorzolo. Non mi sembra che il fatto sia superiore alla sua enfatica e ultrastrumentale mediatizzazione. Infine, sul caso Cucchi, ho detto che comprendo il dolore dei familiari, ci mancherebbe, ma non capisco, non già l’esibizione originaria delle foto del poverocristo in obitorio, ma la loro trasformazione in bandiera e simbolo di caccia alle streghe (poliziotti, medici, infermieri eccetera). Lo stato deve salvare le persone nelle sue mani o essere trasparente nel raccontare l’inevitabile, e nessuno deve essere gratuitamente picchiato, ma i media devono salvare se stessi dal teppismo. Quanto al fatto se Cucchi sia stato picchiato e perché, sto alla tesi di Manconi e a quella del tribunale ultimo che ha sentenziato: sono opposte, e io non ho certezze immonde come certi trolls. Dubito.

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