Anche D'Alema ha inciuciato con Silvio

 Il "vizio", che D'Alema riconosce a se stesso, cioè pensare

da solo e non obbedir, tacendo, ai Capi, è una qualità, non molto diffusa, non solo nel PD. Ma l'ex premier... Di Pietro Mancini

Mercoledì, 12 novembre 2014 - 08:24:00 Affari Italiani

Il "vizio", che D'Alema riconosce a se stesso, cioè pensare da solo e non obbedir, tacendo, ai Capi, è una qualità, non molto diffusa, non solo nel PD. Ma l'ex premier, che legittimamente ha "bacchettato" Renzi in quanto  premia e promuove solo i suoi fedelissimi, si comportò ugualmente, da Presidente del Consiglio dei ministri, assistito da coloro che vennero definiti i "Lothar" di Palazzo Chigi : Velardi, Latorre, Rondolino e Minniti.

Condivisibile la richiesta dalemiana, già avanzata da Ferruccio de Bortoli, direttore del "Corriere della Sera", ma non accolta, di render noti tutti i punti del "patto del Nazareno" tra Renzi e la avvenente ministra Boschi, da una parte,  Berlusconi e Verdini, dall'altra.

Il proprietario di Mediaset fu scelto anche dal successore di Occhetto alla guida del PDS come interlocutore privilegiato, all'epoca della commissione Bicamerale, presieduta da D'Alema, e del "patto della crostata", siglato in casa di Gianni Letta tra i 2 ex avversari.

Quanto alla previsione ("Matteo è un episodio") l'ex deputato di Gallipoli, 20 anni fa, sostenne, "toppando"in pieno, che il berlusconismo sarebbe durato per un breve periodo e che l'allora Cavaliere avrebbe chiesto l'elemosina...Ma, qualche tempo dopo, da Capo del governo, D'Alema si recò ad Arcore, fu ricevuto da don Fedele Confalonieri ed elogiò l'azienda del fondatore di Forza Italia come una delle realtà editoriali più  solide e importanti del nostro Paese...

Pietro Mancini

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