Il pil non gira perché l'Italia è governata da logiche
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Sindacali. Moody's ha iniziato a mettere le mani avanti sulla crescita del pil 2015
di Edoardo Narduzzi
Secondo l'agenzia di rating l'economia italiana resterà in stagnazione, nonostante i quattro anni consecutivi di recessione già inanellati. Insomma il Belpaese non ha più la capacità di ritrovare la strada della crescita e resta inchiodato alla ricchezza che già produceva nel 2000, cioè 14 anni fa. Rimane misterioso l'impiego keynesiano che nel frattempo è stato fatto delle risorse e degli investimenti pubblici visto lo stock record di debito pubblico che le politiche del passato hanno prodotto.
Per capire perché il pil italiano difficilmente riprenderà a correre in assenza di riforme vere, non dei fragili e poco incisivi annunci visti finora, è sufficiente fare un giro nella globalizzazione che galoppa, perché liberalizzata, ricca di infrastrutture e di nuove tecnologie e con una pubblica amministrazione capace di decidere e assumersi responsabilità. Basta salire alle sei del mattino sul metro di Dubai, un gioiellino realizzato dalla italiana Salini, per scoprire che è già pieno zeppo di passeggeri filippini, pakistani, egiziani, indiani e qualche europeo che vanno al lavoro. Oppure salire su un volo serale da Gedda a Riyadh per trovarlo pieno zeppo, nonostante si tratti di un Airbus 380 capace di trasportare 450 persone. O ancora girare qualche ora nel traffico della capitale saudita, una nuova megalopoli da 7 milioni di abitanti completamente nel deserto, per scoprire che, sebbene le grandi arterie siano tutte a quattro o cinque corsie, si cammina a passo d'uomo tutto il giorno e perfino la notte la circolazione è intensa. Stessa folla che si ritrova all'aeroporto di Dubai, dove alle due di notte tutti i negozi del dutyfree sono aperti e funzionanti al pari dei tanti ristoranti e dei bar (a Fiumicino o a Malpensa, invece, alle dieci di sera fai la fame se per caso hai la sventura di partire o transitare con voli serali, ndr.) ed è talmente affollato da fare invidia a via del Corso a Roma il sabato pomeriggio.
Il mondo globalizzato corre veloce, lavora senza orari e infischiandosene della logorrea regolatoria che lo strapotere sindacale ha imposto alla voglia di lavorare e rischiare degli italiani. Il mondo globale, quando lo attraversi, trasmette energia, tanta energia positiva, e un'immagine proiettata nel futuro. L'economia globale moderna è un treno lanciato verso la crescita del pil e corre su un binario che in Italia si vuole far finta di non vedere e del quale si nega l'esistenza. Così non ci si può meravigliare se anche il 2015 sarà un anno all'insegna della recessione: l'Italia continua a rimanere su un binario a scartamento ridotto.
© Riproduzione riservata, Italia Ogg i 5.1.22014